Il governo varerà al consiglio dei ministri di venerdì, un decreto milleproroghe che Monti spera “non eroda” le misure contenute nella Manovra. Il Partito democratico chiede che, dopo il rigore e le tasse, con il nuovo provvedimento si pensi finalmente alla crescita. “Bisogna focalizzarsi sulla grande questione sociale, perché l'Italia non si salva senza cambiamento e coesione”, sostiene Pierluigi Bersani, lanciando un “altolà” al ministro del Welfare Fornero, che pensa a una modifica dell’articolo 18: toccarlo, sottolinea il segretario dei democratici, “e' roba da matti”. Nel frattempo, la Manovra approda nell’Aula del Senato, dove dovrebbe essere definitivamente approvata domani con la fiducia nel testo passato a Montecitorio. La Lega continua anche a Palazzo Madama l’ostruzionismo già praticato sul decreto alla Camera . Calderoli grida al “colpo di Stato”, e chiede a Monti di lasciare, definendolo “più che un professore un ragioniere”. E, se Berlusconi dice ai suoi parlamentari di essere “già in campagna elettorale”, anche Luca di Montezemolo sembra voler rompere gli indugi per una sua discesa in campo. Il ritorno alle urne è una prospettiva abbastanza remota, ma fervono i contatti per la modifica della legge elettorale. “Abbiamo il tempo e la possibilità di rivederla”, dice il presidente del Senato Schifani che chiede garanzie per il mantenimento del maggioritario mentre per Casini, fautore del proporzionale alla tedesca, “il bipolarismo è stato archiviato dalla Lega e dall’Italia dei Valori”. Manovre che Di Pietro vede come il tentativo di escludere il suo partito: per questo spera nel referendum.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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