Mi auguro che la semplificazione del quadro politico possa tradursi in stabilità a beneficio dell’Italia. Così il segretario del Psd Paride Andreoli che commenta il risultato elettorale ricordando che i sondaggi davano già vincente Berlusconi mentre Veltroni era partito con grande svantaggio. Abbiamo collaborato con profitto e abbiamo buoni rapporti – ricorda Andreoli – con entrambi gli schieramenti. Ci aspettiamo di riavviare e concludere l’impegno sull’accordo di cooperazione proseguito con questo governo ma già avviato con il precedente. E’ nell’interesse reciproco, sottolinea il segretario del Psd, siglare questa intensa in un rinnovato rapporto tra San Marino e l’Italia. Sul piano delle relazioni, conclude, ci sono le condizioni - anche con questo governo - di rapporti stretti, amichevoli e proficui.
Giudizio positivo, quello del segretario del Pdcs Pasquale Valentini che sottolinea due elementi: la semplificazione del quadro politico e la chiarezza del risultato. Oggi, dice Valentini, chi ha i numeri può governare e portare avanti di programmi. Infine la soddisfazione della Dc nel vedere che i partiti dell’area a cui appartiene hanno avuto nel caso del Pdl una grande affermazione e in quello dell’Udc una tenuta. Un risultato di buon auspicio, conclude, per il rapporto tra San Marino e Italia.
Il dato più evidente, secondo Fernando Bindi di Alleanza Popolare, è che l’Italia si sta avviando a una forma di bipolarismo. Le forze estremiste hanno esaurito la loro carica e la Lega nord ha intercettato il sentire comune, soprattutto nell’Italia settentrionale, sui temi della sicurezza e dell’immigrazione clandestina. Mi sembra, conclude, che questo segni veramente la fine di un periodo caratterizzato dall’ideologia.
Il dato positivo, commenta Marco Arzilli di Noi sammarinesi, è che l’elettorato ha cercato la stabilità politica e questo deve fare riflettere tutti i partiti sammarinesi. Visto che il nostro sistema elettorale è bipolare, conclude, la politica deve trovare il coraggio di rilanciarsi e andare in questa direzione mentre oggi si vive alla giornata.
Aldilà delle parti in campo sono tre gli elementi colti da Giovanni Lonfernini dei Democratici di Centro. Una forte esigenza di governabilità, la voglia di semplificare il quadro politico e di avere di fronte un quadro di riferimento il più omogeneo possibile, più propenso al fare. Il mio auspicio, aggiunge, è che data la presenza di un interlocutore chiaro si possa ripristinare celermente un dialogo teso al rilancio del rapporto italo-sammarinese e che la politica si riprenda il ruolo di mediare i problemi rispetto alla cittadinanza.
Con i meccanismi elettorali italiani, ricorda Augusto Casali del Nuovo Partito Socialista, era prevedibile la scomparsa di alcune forze ma, aggiunge, ha enormemente sorpreso il risultato della Sinistra L’arcobaleno, i veri sconfitti di questa tornata. Per quel che riguarda San Marino, aggiunge Casali, credo che come sempre accade il risultato italiano non influenzerà la situazione interna perché il rapporto è tra Stati. Rammarico per la scomparsa di Rifondazione Comunista, Verdi e Socialisti arriva da Roberto Tamagnini di Sinistra Unita. La nostra legge elettorale, sottolinea, è più rappresentativa di quella italiana. Da noi non può succedere che una forza come la Sinistra L’arcobaleno, rimanga fuori, perché perde valore la democrazia se non è rappresentata anche da questa sinistra.
Per gli Europopolari tutte le forze che hanno come riferimento il Partito Popolare Europeo non solo hanno ottenuto la fiducia degli elettori ma anche un risultato di grande rilevanza che sarà fondamento per realizzare una stagione di riforme. Agli amici dell’Udc, aggiunge Federico Bartoletti, l’augurio di onorare il nuovo mandato anche se da un ruolo di opposizione, in una legislatura dove sarà necessaria la loro identità.
Orgoglio e soddisfazione arrivano da Alleanza Nazionale che, a Gianfranco Fini, augura che questa vittoria porti all’Italia la serenità e il prestigio internazionale che le sono dovuti, ma soprattutto riporti fiducia nella soluzione dei tantissimi problemi causati, dicono Glauco Sansovini e Vittorio Pellandra, dalla fallimentare esperienza del governo di sinistra.
Gli italiani, commenta Monica Bollini dei Sammarinesi per la Libertà, hanno premiato una politica di moderazione bocciando nettamente gli estremismi da qualunque parte arrivino. Gli elettori di sinistra hanno favorito la parte più moderata bocciando quella radicale non più rappresentativa di un certo modello economico per la ripresa del paese. E questo dato, conclude, deve essere tenuto in considerazione anche all’interno dalla nostra classe politica. Mi piacerebbe molto, afferma il Segretario dei Popolari Angela Venturini, che accadesse a San Marino quel che è successo in Italia: la semplificazione del quadro politico. Qui, dice, il discorso delle coalizioni è difficile da perseguire, soprattutto per una aggregazione di centro, perché sembra che ci crediamo solo noi. La scomparsa di tutti i partiti più estremisti, conclude, è un segnale preciso da parte dell’elettorato che ha privilegiato le forze non ideologiche, più attente ai problemi della gente; una lezione da imparare per tutti noi.
Giudizio positivo, quello del segretario del Pdcs Pasquale Valentini che sottolinea due elementi: la semplificazione del quadro politico e la chiarezza del risultato. Oggi, dice Valentini, chi ha i numeri può governare e portare avanti di programmi. Infine la soddisfazione della Dc nel vedere che i partiti dell’area a cui appartiene hanno avuto nel caso del Pdl una grande affermazione e in quello dell’Udc una tenuta. Un risultato di buon auspicio, conclude, per il rapporto tra San Marino e Italia.
Il dato più evidente, secondo Fernando Bindi di Alleanza Popolare, è che l’Italia si sta avviando a una forma di bipolarismo. Le forze estremiste hanno esaurito la loro carica e la Lega nord ha intercettato il sentire comune, soprattutto nell’Italia settentrionale, sui temi della sicurezza e dell’immigrazione clandestina. Mi sembra, conclude, che questo segni veramente la fine di un periodo caratterizzato dall’ideologia.
Il dato positivo, commenta Marco Arzilli di Noi sammarinesi, è che l’elettorato ha cercato la stabilità politica e questo deve fare riflettere tutti i partiti sammarinesi. Visto che il nostro sistema elettorale è bipolare, conclude, la politica deve trovare il coraggio di rilanciarsi e andare in questa direzione mentre oggi si vive alla giornata.
Aldilà delle parti in campo sono tre gli elementi colti da Giovanni Lonfernini dei Democratici di Centro. Una forte esigenza di governabilità, la voglia di semplificare il quadro politico e di avere di fronte un quadro di riferimento il più omogeneo possibile, più propenso al fare. Il mio auspicio, aggiunge, è che data la presenza di un interlocutore chiaro si possa ripristinare celermente un dialogo teso al rilancio del rapporto italo-sammarinese e che la politica si riprenda il ruolo di mediare i problemi rispetto alla cittadinanza.
Con i meccanismi elettorali italiani, ricorda Augusto Casali del Nuovo Partito Socialista, era prevedibile la scomparsa di alcune forze ma, aggiunge, ha enormemente sorpreso il risultato della Sinistra L’arcobaleno, i veri sconfitti di questa tornata. Per quel che riguarda San Marino, aggiunge Casali, credo che come sempre accade il risultato italiano non influenzerà la situazione interna perché il rapporto è tra Stati. Rammarico per la scomparsa di Rifondazione Comunista, Verdi e Socialisti arriva da Roberto Tamagnini di Sinistra Unita. La nostra legge elettorale, sottolinea, è più rappresentativa di quella italiana. Da noi non può succedere che una forza come la Sinistra L’arcobaleno, rimanga fuori, perché perde valore la democrazia se non è rappresentata anche da questa sinistra.
Per gli Europopolari tutte le forze che hanno come riferimento il Partito Popolare Europeo non solo hanno ottenuto la fiducia degli elettori ma anche un risultato di grande rilevanza che sarà fondamento per realizzare una stagione di riforme. Agli amici dell’Udc, aggiunge Federico Bartoletti, l’augurio di onorare il nuovo mandato anche se da un ruolo di opposizione, in una legislatura dove sarà necessaria la loro identità.
Orgoglio e soddisfazione arrivano da Alleanza Nazionale che, a Gianfranco Fini, augura che questa vittoria porti all’Italia la serenità e il prestigio internazionale che le sono dovuti, ma soprattutto riporti fiducia nella soluzione dei tantissimi problemi causati, dicono Glauco Sansovini e Vittorio Pellandra, dalla fallimentare esperienza del governo di sinistra.
Gli italiani, commenta Monica Bollini dei Sammarinesi per la Libertà, hanno premiato una politica di moderazione bocciando nettamente gli estremismi da qualunque parte arrivino. Gli elettori di sinistra hanno favorito la parte più moderata bocciando quella radicale non più rappresentativa di un certo modello economico per la ripresa del paese. E questo dato, conclude, deve essere tenuto in considerazione anche all’interno dalla nostra classe politica. Mi piacerebbe molto, afferma il Segretario dei Popolari Angela Venturini, che accadesse a San Marino quel che è successo in Italia: la semplificazione del quadro politico. Qui, dice, il discorso delle coalizioni è difficile da perseguire, soprattutto per una aggregazione di centro, perché sembra che ci crediamo solo noi. La scomparsa di tutti i partiti più estremisti, conclude, è un segnale preciso da parte dell’elettorato che ha privilegiato le forze non ideologiche, più attente ai problemi della gente; una lezione da imparare per tutti noi.
Riproduzione riservata ©