Dai più critici vengono spesso definiti “libri dei sogni”. Ma per valutare la proposta politica di una formazione non vi è altra “bussola” che il programma di Governo, al netto – ovviamente – delle valutazioni sui singoli candidati. Le forze che si sfideranno nella tornata di dicembre, allora, “scoprono le carte”.
“Proponiamo un programma – scrive Repubblica Futura - basato sullo sviluppo dell’economia, la semplificazione del fare impresa e la messa in sicurezza dei conti pubblici”. Fra i punti nodali Unione europea, rapporti con l’Italia, radicale riorganizzazione di Banca Centrale, ristrutturazione della sanità, semplificazione dell'adeguata verifica, possibilità di lavoro per i pensionati e il progetto Davos per rilanciare il turismo”.
Noi per la Repubblica ritiene dal canto suo fondamentale “la creazione di nuovi posti di lavoro per raggiungere la piena occupazione dei residenti, e risolvere il buco nel settore finanziario”. Centrale, nel programma, il ruolo della politica estera, “per conquistare attraverso le buone relazioni spazi di agibilità economica”. Prioritaria anche la questione dell'equità; si vuole evitare infatti che il “costo della crisi” ricada su chi non ha contribuito a crearla; “il recupero del maltolto – sottolineano i rappresentanti della lista - sarà un punto cardine”.
La nostra proposta di programma elettorale – fa sapere il PDCS – “non è un decalogo di interventi tra loro scollegati per accontentare tutti, ma una serie di punti fermi attorno ai quali si possa impostare un percorso di riconversione economica e sociale, con il confronto e la sinergia di tutti”. Da qui la necessità di “implementare un approccio integrato che passi attraverso interventi credibili” su temi quali “impresa, sanità, lavoro, turismo e territorio”. Ribadita l'importanza di “una visione unitaria di prospettiva per il Paese”, e questo anche per una maggiore determinazione nei rapporti con Italia ed UE.
Particolare attenzione ai temi economici nel programma di Elego, che rivendica inoltre il proprio impegno a tutela del sistema sanitario, con l'obiettivo di evitarne “il tracollo” e garantire, anche per il futuro, la copertura per i sammarinesi. E poi il tema della “sburocratizzazione dell'amministrazione pubblica”, con l'istituzione di una Commissione di esperti che, “nell'arco di 1 anno, rediga una piano di semplificazione delle procedure e di abrogazione” delle normative “inutili”.
Basato sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU, il programma di Libera, che mette al centro della propria azione la cultura, la difesa dell'ambiente, i diritti della persona e della famiglia – con l'obiettivo di rimuovere “ogni ostacolo al loro riconoscimento” -, e il diritto al lavoro. Prioritari, in politica estera, il perseguimento dell'accordo di associazione con l'UE e un rinnovato patto bilaterale con l'Italia. Si punta anche a portare in Repubblica la sede di un organismo internazionale che si occupi di favorire il dialogo interculturale, il rispetto dei diritti e la pace.
Preferiscono “non sbottonarsi”, infine, almeno per il momento, i rappresentanti di DIM: unica coalizione di questa tornata. Anche per “rispetto istituzionale”, fanno sapere, il programma verrà reso noto dopo l'approvazione prevista il 5 novembre della Commissione Elettorale.