L’economia sammarinese si trova in uno stato recessivo dall’ultimo trimestre del 2008. Il prodotto interno lordo si è ridotto di circa 35 punti percentuali e sono stati inceneriti oltre 2.000 posti di lavoro.
Si tratta indiscutibilmente di una delle peggiori crisi del secondo dopoguerra.
Tutto ciò impone una riflessione politica seria sulle possibili iniziative da intraprendere per realizzare un nuovo modello di sviluppo basato fondato su legalità, trasparenza e cooperazione finanziaria.
L’azione portata avanti sino ad ora dal governo in questo ambito non ha permesso il raggiungimento di risultati soddisfacenti.
Le misure varate per favorire l’insediamento di investimenti e attività imprenditoriali di livello internazionale – a partire dalla legge in materia di sostegno allo sviluppo economico e dai relativi decreti attuativi – si sono rivelate del tutto insufficienti. I numeri parlano chiaro. L’eccesso di paletti, l’introduzione di ulteriore burocrazia e la permanenza di un surplus di discrezionalità, hanno praticamente azzerato l’impatto positivo di questi provvedimenti.
La necessità di un cambio di marcia nella politica economica del governo è talmente evidente da diventare l’argomento centrale della verifica in corso all’interno della maggioranza. Di certo non si può andare avanti con l’andamento zoppicante mostrato fino ad oggi, occorre subito una svolta radicale.
E’ il tempo di compiere scelte coraggiose ed innovative, perché non basta più avere un regime fiscale competitivo per generare ricchezza.
Il Partito Socialista, seppur forza di opposizione, non intende assistere passivamente al declino del Paese e formula alcune proposte concrete:
1) elaborazione di un piano di marketing territoriale per la promozione esterna del sistema economico e finanziario sammarinese, che preveda il coinvolgimento del corpo diplomatico e della televisione di Stato;
2) definizione di un progetto anti-burocrazia;
3) semplificazione del rito civile per i contenziosi in materia commerciale e societaria;
4) abolizione del regime concessorio facente capo al Congresso di Stato;
5) riforma del mercato del lavoro per rendere più flessibile l’incontro tra domanda e offerta;
6) liberalizzazione dell’esercizio dell’attività di commercio al dettaglio;
7) emissione di un bando di concorso internazionale per la realizzazione di una struttura alberghiera di altissimo livello, comprendente polo del benessere e del divertimento.
Su questi sette interventi il Partito Socialista lancia la sfida e si dichiara pronto ad aprire immediatamente il confronto nell’interesse generale del Paese. La domanda è: chi vuole passare veramente dalle parole ai fatti?
Comunicato stampa Partito Socialista
Si tratta indiscutibilmente di una delle peggiori crisi del secondo dopoguerra.
Tutto ciò impone una riflessione politica seria sulle possibili iniziative da intraprendere per realizzare un nuovo modello di sviluppo basato fondato su legalità, trasparenza e cooperazione finanziaria.
L’azione portata avanti sino ad ora dal governo in questo ambito non ha permesso il raggiungimento di risultati soddisfacenti.
Le misure varate per favorire l’insediamento di investimenti e attività imprenditoriali di livello internazionale – a partire dalla legge in materia di sostegno allo sviluppo economico e dai relativi decreti attuativi – si sono rivelate del tutto insufficienti. I numeri parlano chiaro. L’eccesso di paletti, l’introduzione di ulteriore burocrazia e la permanenza di un surplus di discrezionalità, hanno praticamente azzerato l’impatto positivo di questi provvedimenti.
La necessità di un cambio di marcia nella politica economica del governo è talmente evidente da diventare l’argomento centrale della verifica in corso all’interno della maggioranza. Di certo non si può andare avanti con l’andamento zoppicante mostrato fino ad oggi, occorre subito una svolta radicale.
E’ il tempo di compiere scelte coraggiose ed innovative, perché non basta più avere un regime fiscale competitivo per generare ricchezza.
Il Partito Socialista, seppur forza di opposizione, non intende assistere passivamente al declino del Paese e formula alcune proposte concrete:
1) elaborazione di un piano di marketing territoriale per la promozione esterna del sistema economico e finanziario sammarinese, che preveda il coinvolgimento del corpo diplomatico e della televisione di Stato;
2) definizione di un progetto anti-burocrazia;
3) semplificazione del rito civile per i contenziosi in materia commerciale e societaria;
4) abolizione del regime concessorio facente capo al Congresso di Stato;
5) riforma del mercato del lavoro per rendere più flessibile l’incontro tra domanda e offerta;
6) liberalizzazione dell’esercizio dell’attività di commercio al dettaglio;
7) emissione di un bando di concorso internazionale per la realizzazione di una struttura alberghiera di altissimo livello, comprendente polo del benessere e del divertimento.
Su questi sette interventi il Partito Socialista lancia la sfida e si dichiara pronto ad aprire immediatamente il confronto nell’interesse generale del Paese. La domanda è: chi vuole passare veramente dalle parole ai fatti?
Comunicato stampa Partito Socialista
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