L’Assemblea Congressuale del Partito dei Socialisti e dei Democratici conferma la coalizione Bene Comune. Lo fa nella relazione conclusiva della sua Assemblea Congressuale ribadendo le ragioni dell'intesa, spinte da un progetto per il cambiamento e per un riaccreditamento della Repubblica sullo scenario internazionale. “Una assunzione di responsabilità”, la definisce, rispetto ai progetti concordati ed avviati secondo il programma di governo. Sul fronte strettamente politico il PSD rilancia un'azione per la costruzione di un grande movimento riformista, laico, liberale e democratico. Lo fa pensando di superare le culture di matrice socialista, senza nessuna preclusione ma aprendosi a chiunque possa contribuire ad un progetto che guardi lontano, sulla strada dello sviluppo e dell’integrazione nell’Unione Europea. Un progetto che parta dall'emergenza attuale e che confermi le scelte fatte fino a ora, improntate alla trasparenza e al rinnovamento nell'agire politico. Apprezzate le posizioni del Partito Socialista, con Civico 10 e Sinistra Unite si vuole avviare un confronto. L'obiettivo dichiarato è quello di ricompattare le forze riformiste. Sulla questione morale un passaggio specifico, nella relazione conclusiva: “è una delle urgenze in politica, e va affrontata con decisione”. Il PSD ritiene si debbano individuare i responsabili ma anche intervenire sulla prevenzione e il contrasto alla corruzione. Serve una nuova legge, che stabilisca la non candidabilità, la sospensione cautelare e la decadenza dei membri del Consiglio Grande e Generale, che regolamenti il conflitto di interessi e stabilisca la trasparenza patrimoniale dei rappresentanti delle Istituzioni.
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