Alla vigilia del congresso fondativo di SSD, il PSD il PS e MD lanciano un nuovo progetto politico. Collocati a sinistra, aprono alla maggioranza ma senza lesinare critiche proprio a quella parte della compagine di governo
Si erano già presentati insieme lo scorso luglio, in occasione della festa di liberazione dal fascismo. Oggi con più forza attestano la volontà di porsi come un nuovo progetto politico, “grande e ambizioso”. 3 sigle all'opposizione - PS, PSD e MD - “autonomi, dicono, ma accomunati dall'interesse comune di riconsegnare alla politica la dignità e il ruolo che le spettano”. Collocati a sinistra, si dichiarano aperti alle forze movimentiste e riformiste - di opposizione ma anche di maggioranza - “per una formazione che tenga conto ma che anche sappia andare oltre ai ruoli istituzionali, alle appartenenze e agli accordi politici”. Punto di unità “i valori in cui riconoscersi: giustizia, miglioramento delle condizioni di vita, parità dei diritti. Ed è sulla base di questi diritti che non si risparmiano critiche alla sinistra al governo, chiamata in causa proprio davanti ai “segnali evidenti di perdita delle conquiste sociali e delle tutele di base” nel Paese, nonché di un impoverimento repentino del ceto medio: “Parte della sinistra, in maggioranza e al governo che, pur egemone nei numeri, sembra non riuscire ad essere trainante nell'azione e a circoscrivere il welfare e i livelli di reddito delle famiglie in un ambito di inviolabilità”. Nuovo progetto che apre a nuovi scenari anche quando richiama a ricongiungere e ricomporre la politica su schemi più solidi, efficaci e duraturi. Enunciano quale elemento imprescindibile, accanto alle riforme improrogabili, l'avvicendamento generazionale “che apra a nuove affinità e ad un ritrovato sentimento unitario, sgombrando il campo da vecchie ruggini e personalismi”.
AS
Con una nota, il Presidente del gruppo consiliare Dalibor Riccardi, il consigliere Giancarlo Capicchioni e il membro di segreteria Fausto Morri prendono le distanze e anche "a nome di altri membri di direzione" comunicano che quanto scritto nel comunicato congiunto non “è stato oggetto di analisi nel direttivo del partito, di cui peraltro – scrivono - hanno avanzato formale richiesta di convocazione per analizzarne il contenuto”.
Si erano già presentati insieme lo scorso luglio, in occasione della festa di liberazione dal fascismo. Oggi con più forza attestano la volontà di porsi come un nuovo progetto politico, “grande e ambizioso”. 3 sigle all'opposizione - PS, PSD e MD - “autonomi, dicono, ma accomunati dall'interesse comune di riconsegnare alla politica la dignità e il ruolo che le spettano”. Collocati a sinistra, si dichiarano aperti alle forze movimentiste e riformiste - di opposizione ma anche di maggioranza - “per una formazione che tenga conto ma che anche sappia andare oltre ai ruoli istituzionali, alle appartenenze e agli accordi politici”. Punto di unità “i valori in cui riconoscersi: giustizia, miglioramento delle condizioni di vita, parità dei diritti. Ed è sulla base di questi diritti che non si risparmiano critiche alla sinistra al governo, chiamata in causa proprio davanti ai “segnali evidenti di perdita delle conquiste sociali e delle tutele di base” nel Paese, nonché di un impoverimento repentino del ceto medio: “Parte della sinistra, in maggioranza e al governo che, pur egemone nei numeri, sembra non riuscire ad essere trainante nell'azione e a circoscrivere il welfare e i livelli di reddito delle famiglie in un ambito di inviolabilità”. Nuovo progetto che apre a nuovi scenari anche quando richiama a ricongiungere e ricomporre la politica su schemi più solidi, efficaci e duraturi. Enunciano quale elemento imprescindibile, accanto alle riforme improrogabili, l'avvicendamento generazionale “che apra a nuove affinità e ad un ritrovato sentimento unitario, sgombrando il campo da vecchie ruggini e personalismi”.
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Con una nota, il Presidente del gruppo consiliare Dalibor Riccardi, il consigliere Giancarlo Capicchioni e il membro di segreteria Fausto Morri prendono le distanze e anche "a nome di altri membri di direzione" comunicano che quanto scritto nel comunicato congiunto non “è stato oggetto di analisi nel direttivo del partito, di cui peraltro – scrivono - hanno avanzato formale richiesta di convocazione per analizzarne il contenuto”.
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