L’obiezione principale dei promotori è sulla procedura. Non prevista dalla legge. Una volta ammesso il quesito, la Reggenza deve indire la consultazione. Il Congresso di Stato non può interferire con questa procedura, ma fino all’ultimo può interrompere l’iter referendario con un atto che accolga di fatto il quesito. E l’azione dell’ esecutivo, che presenterà ai Saggi una relazione sui passi verso l’integrazione con l’Unione Europea, ha tenuto banco anche in Consiglio. Dura la posizione del Consigliere Psd Giuseppe Morganti. Parla di golpe istituzionale, per l’ingerenza del governo in materia di sovranità popolare. “Il governo si muove in base alla sentenza dei saggi”, ha ribadito il Segretario di Stato agli Interni in aula, “che non obbliga, ma vincola l’esecutivo a valutare le condizioni per promuovere un negoziato per l’adesione all’UE”. Cosa che di fatto sta già facendo. Per questo alla luce delle iniziative messe in campo il collegio deve decidere se l’attività è coerente con il quesito posto. “I Garanti non possono valutare l’attività politica del governo – ha concluso Valeria Ciavatta - che risponde al consiglio non al collegio”. La maggioranza per voce del Capogruppo Dc Luigi Mazza, “il Governo fa bene a comunicare le iniziative intraprese, e se queste rispondono al quesito non vedo perché si debba chiedere una votazione su una questione già in corso di valutazione”.
Nel video le dichiarazioni di Giuseppe Morganti e Luigi Mazza.
Giovanna Bartolucci
Nel video le dichiarazioni di Giuseppe Morganti e Luigi Mazza.
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