Leggo sui giornali di oggi che Giovanni Lonfernini, intervenendo in Consiglio Grande e Generale, dopo aver richiamato le trattative fra Cassa di Risparmio e SOPAF ed il pagamento di “un sovrapprezzo di 15 milioni di euro”, mi ha tirato in ballo affermando che “uno dei primi atti della gestione Sibani-Masi è stato il perfezionamento della consulenza SOPAF”, facendo chiaramente immaginare una qualche mia responsabilità al riguardo.
Il Consigliere Lonfernini sa benissimo che non ho avuto nulla a che fare con l’accordo transattivo Cassa-SOPAF, e lo sa perché, documenti alla mano, ho spiegato a lui e ai rappresentanti di tutti i partiti, nel corso di periodici incontri da me promossi, come effettivamente si sono svolti i fatti.
Tale accordo, dopo l’approvazione del Consiglio di Amministrazione di Cassa e di Banca Centrale e dopo che ne aveva preso visione Banca d’Italia, è stato sottoscritto dal Presidente Sibani il 31 luglio 2009 mentre io sono stato eletto Presidente della Fondazione il 24 settembre 2009.
Perché allora Giovanni Lonfernini, che conosce esattamente le vicende, mi attribuisce atti che non ho compiuto e non potevo compiere?
Non ho alcuna intenzione di infierire sul Consigliere Lonfernini, e mi sembra di aver affrontato l’intera questione in maniera pacata, senza atti di accusa e processi sommari, ma prima di gridare al complotto e alla pulizia etnica, cercando i mandanti e attribuendo responsabilità a chi non ne ha, dovrebbe rispondere, e non l’ha fatto nemmeno ieri in Consiglio Grande e Generale, ad almeno tre domande che tutti i sammarinesi pongono alle persone chiamate in causa: hanno effettivamente prelevato, come risulta dal rapporto della polizia giudiziaria citato da “L’informazione”, ingenti somme di denaro (in totale oltre 5 milioni di euro) da libretti e conti della Banca Commerciale Sammarinese, intestati a nomi di fantasia? Chi ha alimentato tali conti e cioè: chi ha versato il denaro e perché è stato così generoso? Come è stato utilizzato e quali le eventuali contropartite?
Invece di rispondere si preferisce alzare il polverone, rilanciare scandali che coinvolgono altri, chiedere a gran voce indagini e commissioni d’inchiesta su tutti gli episodi sospetti degli ultimi venti anni, con l’evidente fine di insabbiare tutto o di fare emergere che tutti sono colpevoli e quindi nessuno è colpevole.
Per quanto riguarda Alleanza Popolare, che gli scandali di questi anni (e sono tanti) li ha denunciati per tempo e senza reticenze, che ha combattuto in ogni occasione l’intreccio fra gli affari e la politica, non c’è alcun problema a scoperchiare tutte le pentole e a ricercare la verità, ma quando tali proposte arrivano da chi è coinvolto nell’ultimo episodio di malcostume politico è inevitabile che emerga qualche sospetto.
Comunicato stampa Tito Masi
>> Per leggere le accuse di Giovanni Lonfernini clicca qui
Il Consigliere Lonfernini sa benissimo che non ho avuto nulla a che fare con l’accordo transattivo Cassa-SOPAF, e lo sa perché, documenti alla mano, ho spiegato a lui e ai rappresentanti di tutti i partiti, nel corso di periodici incontri da me promossi, come effettivamente si sono svolti i fatti.
Tale accordo, dopo l’approvazione del Consiglio di Amministrazione di Cassa e di Banca Centrale e dopo che ne aveva preso visione Banca d’Italia, è stato sottoscritto dal Presidente Sibani il 31 luglio 2009 mentre io sono stato eletto Presidente della Fondazione il 24 settembre 2009.
Perché allora Giovanni Lonfernini, che conosce esattamente le vicende, mi attribuisce atti che non ho compiuto e non potevo compiere?
Non ho alcuna intenzione di infierire sul Consigliere Lonfernini, e mi sembra di aver affrontato l’intera questione in maniera pacata, senza atti di accusa e processi sommari, ma prima di gridare al complotto e alla pulizia etnica, cercando i mandanti e attribuendo responsabilità a chi non ne ha, dovrebbe rispondere, e non l’ha fatto nemmeno ieri in Consiglio Grande e Generale, ad almeno tre domande che tutti i sammarinesi pongono alle persone chiamate in causa: hanno effettivamente prelevato, come risulta dal rapporto della polizia giudiziaria citato da “L’informazione”, ingenti somme di denaro (in totale oltre 5 milioni di euro) da libretti e conti della Banca Commerciale Sammarinese, intestati a nomi di fantasia? Chi ha alimentato tali conti e cioè: chi ha versato il denaro e perché è stato così generoso? Come è stato utilizzato e quali le eventuali contropartite?
Invece di rispondere si preferisce alzare il polverone, rilanciare scandali che coinvolgono altri, chiedere a gran voce indagini e commissioni d’inchiesta su tutti gli episodi sospetti degli ultimi venti anni, con l’evidente fine di insabbiare tutto o di fare emergere che tutti sono colpevoli e quindi nessuno è colpevole.
Per quanto riguarda Alleanza Popolare, che gli scandali di questi anni (e sono tanti) li ha denunciati per tempo e senza reticenze, che ha combattuto in ogni occasione l’intreccio fra gli affari e la politica, non c’è alcun problema a scoperchiare tutte le pentole e a ricercare la verità, ma quando tali proposte arrivano da chi è coinvolto nell’ultimo episodio di malcostume politico è inevitabile che emerga qualche sospetto.
Comunicato stampa Tito Masi
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