La nostra presa di posizione sul caso Carisp/Sopaf è del 26 febbraio, il comunicato di risposta di AP arriva dopo 5 giorni: nell'era della comunicazione digitale non è granché... ma rispondiamo ugualmente.
Sul ritiro delle dimissioni del nostro rappresentante nella commissione avremmo voluto tacere, ma siccome gli “APpini” insistono spieghiamo alla cittadinanza che è motivato dal fatto che la Reggenza ha comunicato che tali dimissioni avrebbero rischiato di far decadere la stessa commissione (vincolata alla pariteticità). Il testo del ritiro delle dimissioni è chiaro, e pubblico sul nostro sito internet. Di fronte al rischio di far saltare la commissione abbiamo ritirato le dimissioni: cosa avrebbe scritto AP in caso contrario? Che facevamo il gioco dei potenti? Difficile, visto che coscienti o meno il gioco dei potenti, nel ruolo di fiancheggiatori “neutri”, lo fanno loro da qualche anno a questa parte, e che delusione per tanti sammarinesi!
Dice AP: “Prima Rete spende parole di elogio sul lavoro della Commissione, poi firma ed approva l’Ordine del Giorno a conclusione del dibattito ma, il giorno dopo, dice che l’Ordine del Giorno sottoscritto e approvato non va più bene”. Il nostro articolo è chiaro: l'elogio per i lavori della commissione rimane, così come rimane l'amaro in bocca per una classe politica che fa “blocco unico” solo quando deve auto-assolvere se stessa.
Rete non insinua, come sostiene AP, che Antonella Mularoni abbia coperto transazioni illegali. Rimarca che rimanere zitti di fronte a richieste così abnormi nella migliore delle ipotesi denota scarso interesse per il destino del paese (rimarcato in questi giorni dal disinteresse con cui viene trattato il caso della centrale del latte).
Dice ancora AP: “Fantini ha avversato l’operato della Vigilanza di Banca Centrale”. Facile ora dire che Fantini era il cattivo, perché contrastava BCSM (che poi fu però AP ad insistere tanto per decapitare) o perché investì incautamente i denari di Cassa: se l'operazione Delta fosse andata a buon fine ora gli stessi politici elogerebbero le sue gesta, perché mettono in discussione il solo esito negativo contingente. Si concentrano sull'effetto, non sulla causa... ce lo si permetta, con superficialità.
Sulla “neutralità” delle azioni della Mularoni, se sono testimone di un incidente devo prestare soccorso, chiamare il pronto intervento... cioè attivarmi.
Se sono testimone di trattative border-line magari rimanendo “neutra e passiva” forse non commetto reati, ma le responsabilità politiche sono altra cosa.
Poi AP fa il solito pistolotto su chi “ha solo la vocazione alla protesta e alla contestazione, spesso condite dalla demagogia del momento”. Simpatico constatare che qualche decennio fa queste accuse le rivolgeva la DC ad AP, quando ancora si opponeva a certe logiche. Fieri di venire attaccati da ciò che timidamente resta della AP che ci piaceva.
Infine il tono trionfale: “uno dei momenti più difficili per la nostra Repubblica è alle nostre spalle” (dillo ai 1800 disoccupati!) e ancora “Se oggi il nostro Paese ha ancora un futuro, il merito è di molti ma fra questi vi è certamente Antonella Mularoni”.
Tale trionfalismo evidenzia l'incapacità di vedere ciò che sta succedendo oggi, sotto il loro naso, ancora una volta. Non sappiamo se sia più grave fingere di crederlo o crederlo davvero... magari in maniera neutra e passiva. E se questo non è un problema politico!
Crediamo che alcuni passi estremamente delicati, che segneranno in modo indelebile il futuro di San Marino o la sua assenza, siano dinnanzi a noi, non nel passato (come si comporteranno i nostri autoreferenziali segretari nelle trattative per l'integrazione, sul TTIP, sul fiscal compact, sul MES, sui contenuti del trattato di Lisbona ecc?).
Ci chiediamo se la frustrazione espressa in questo comunicato di AP sia dovuta al fallimento della “verifica di governo”, dove pareva che AP dovesse far tremare il monte, mentre si è trattato solo dell'ennesimo “penultimatum”, una dimostrazione di forza di facciata che ne evidenzia al contrario la debolezza di fondo.
Avere come unica prospettiva la ri-adesione alla DC ci pare una fine indecorosa per chi aveva impersonato una piccola luce di speranza in anni lontani, ma non si può sempre vivere di luce riflessa, né di fasti passati.
Ciò che rimane di AP è l'altezzosità di chi, giunto al potere, si è accontentato di credere di aver cambiato un sistema che rimane purtroppo verticistico, opaco, esposto ad ogni tipo di clientela.
Ancora una volta neutro e passivo. È un peccato.
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità
Sul ritiro delle dimissioni del nostro rappresentante nella commissione avremmo voluto tacere, ma siccome gli “APpini” insistono spieghiamo alla cittadinanza che è motivato dal fatto che la Reggenza ha comunicato che tali dimissioni avrebbero rischiato di far decadere la stessa commissione (vincolata alla pariteticità). Il testo del ritiro delle dimissioni è chiaro, e pubblico sul nostro sito internet. Di fronte al rischio di far saltare la commissione abbiamo ritirato le dimissioni: cosa avrebbe scritto AP in caso contrario? Che facevamo il gioco dei potenti? Difficile, visto che coscienti o meno il gioco dei potenti, nel ruolo di fiancheggiatori “neutri”, lo fanno loro da qualche anno a questa parte, e che delusione per tanti sammarinesi!
Dice AP: “Prima Rete spende parole di elogio sul lavoro della Commissione, poi firma ed approva l’Ordine del Giorno a conclusione del dibattito ma, il giorno dopo, dice che l’Ordine del Giorno sottoscritto e approvato non va più bene”. Il nostro articolo è chiaro: l'elogio per i lavori della commissione rimane, così come rimane l'amaro in bocca per una classe politica che fa “blocco unico” solo quando deve auto-assolvere se stessa.
Rete non insinua, come sostiene AP, che Antonella Mularoni abbia coperto transazioni illegali. Rimarca che rimanere zitti di fronte a richieste così abnormi nella migliore delle ipotesi denota scarso interesse per il destino del paese (rimarcato in questi giorni dal disinteresse con cui viene trattato il caso della centrale del latte).
Dice ancora AP: “Fantini ha avversato l’operato della Vigilanza di Banca Centrale”. Facile ora dire che Fantini era il cattivo, perché contrastava BCSM (che poi fu però AP ad insistere tanto per decapitare) o perché investì incautamente i denari di Cassa: se l'operazione Delta fosse andata a buon fine ora gli stessi politici elogerebbero le sue gesta, perché mettono in discussione il solo esito negativo contingente. Si concentrano sull'effetto, non sulla causa... ce lo si permetta, con superficialità.
Sulla “neutralità” delle azioni della Mularoni, se sono testimone di un incidente devo prestare soccorso, chiamare il pronto intervento... cioè attivarmi.
Se sono testimone di trattative border-line magari rimanendo “neutra e passiva” forse non commetto reati, ma le responsabilità politiche sono altra cosa.
Poi AP fa il solito pistolotto su chi “ha solo la vocazione alla protesta e alla contestazione, spesso condite dalla demagogia del momento”. Simpatico constatare che qualche decennio fa queste accuse le rivolgeva la DC ad AP, quando ancora si opponeva a certe logiche. Fieri di venire attaccati da ciò che timidamente resta della AP che ci piaceva.
Infine il tono trionfale: “uno dei momenti più difficili per la nostra Repubblica è alle nostre spalle” (dillo ai 1800 disoccupati!) e ancora “Se oggi il nostro Paese ha ancora un futuro, il merito è di molti ma fra questi vi è certamente Antonella Mularoni”.
Tale trionfalismo evidenzia l'incapacità di vedere ciò che sta succedendo oggi, sotto il loro naso, ancora una volta. Non sappiamo se sia più grave fingere di crederlo o crederlo davvero... magari in maniera neutra e passiva. E se questo non è un problema politico!
Crediamo che alcuni passi estremamente delicati, che segneranno in modo indelebile il futuro di San Marino o la sua assenza, siano dinnanzi a noi, non nel passato (come si comporteranno i nostri autoreferenziali segretari nelle trattative per l'integrazione, sul TTIP, sul fiscal compact, sul MES, sui contenuti del trattato di Lisbona ecc?).
Ci chiediamo se la frustrazione espressa in questo comunicato di AP sia dovuta al fallimento della “verifica di governo”, dove pareva che AP dovesse far tremare il monte, mentre si è trattato solo dell'ennesimo “penultimatum”, una dimostrazione di forza di facciata che ne evidenzia al contrario la debolezza di fondo.
Avere come unica prospettiva la ri-adesione alla DC ci pare una fine indecorosa per chi aveva impersonato una piccola luce di speranza in anni lontani, ma non si può sempre vivere di luce riflessa, né di fasti passati.
Ciò che rimane di AP è l'altezzosità di chi, giunto al potere, si è accontentato di credere di aver cambiato un sistema che rimane purtroppo verticistico, opaco, esposto ad ogni tipo di clientela.
Ancora una volta neutro e passivo. È un peccato.
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità
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