Le riforme istituzionali sono argomento che divide. Da un lato coloro che le hanno appoggiate in Parlamento, garantendo quel quorum, previsto per legge, dei due terzi del Consiglio Grande e Generale, dall’altra chi si è opposto alla loro adozione. Una spaccatura acuita dalla decisione del Collegio Garante per la costituzionalità delle norme, che ha rigettato i 5 quesiti referendari presentati per una consultazione confermativa sulle leggi varate. Una parte dei provvedimenti adottati vedrà la sua applicazione concreta nella prossima legislatura, mentre alcuni provvedimenti, definiti di portata storica, entreranno in vigore da subito. Si tratta della definizione dei poteri del Congresso di Stato durante l’ordinaria amministrazione e la separazione dei poteri e delle competenze tra il Congresso di Stato e la Pubblica Amministrazione. Il primo definisce i confini entro i quali chi gestisce il potere esecutivo dello Stato potrà muoversi quando il Governo sarà, per varie ragioni, dimissionario e quindi limitato nella sua azione e nella sua capacità gestionale, o in periodo pre-elettorale. Secondo le nuove disposizioni non potrà compiere acquisti, vendite o permute di beni mobili o immobili di valore rilevante; non potrà siglare convenzioni che riguardino l’urbanistica; non potrà modificare i piani particolareggiati; non potrà più stipulare consulenze e collaborazioni e non potrà più donare liberalità di qualsiasi natura a enti o associazioni persone fisiche o giuridiche. Nel caso il Governo non rispetti questi vincoli e decida, casomai, di adottare comunque, in regime di ordinaria amministrazione, delibere di questa natura, gli atti compiuti sarebbe giudicati automaticamente nulli. Il secondo provvedimento di cui si potranno da subito verificare gli effetti è quello relativo alla cosiddetta autonomia della PA e dei suoi dirigenti, la completa indipendenza operativa, cioè, dell’apparato statale, che sarà assicurata sotto il controllo del Governo che avrà il compito di tracciarne le linee guida, ma che vedrà sottrarsi invece tutta una serie di competenze tipicamente amministrative, fino ad ora espletate dall’esecutivo.
Innovazioni importanti che si collocano nel solco della separazione dei poteri, uno dei principi fondamentali delle democrazia moderne, inteso ad evitare la concentrazione e a ridurre fortemente il rischio di intrusioni ed ingerenze. Principi che saranno effettivi a partire dal 18 gennaio, quando i cioè provvedimenti entreranno in vigore ufficialmente.
Innovazioni importanti che si collocano nel solco della separazione dei poteri, uno dei principi fondamentali delle democrazia moderne, inteso ad evitare la concentrazione e a ridurre fortemente il rischio di intrusioni ed ingerenze. Principi che saranno effettivi a partire dal 18 gennaio, quando i cioè provvedimenti entreranno in vigore ufficialmente.
Riproduzione riservata ©