Sarà la ratifica sull'accordo per i titoli di studio ad essere sottoposta al voto della Camera dei Deputati nell'ultima sessione parlamentare utile ma non ci sarà l'atteso passaggio in aula della convenzione contro le doppie imposizioni fiscali. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo, riunita a Roma per fissare l'agenda dei lavori parlamentari della prossima riunione della Camera, l'ultima della legislatura, quella straordinaria cioè, decisa per affrontare alcuni punti in sospeso. Il Governo non ha potuto presentare la richiesta della approvazione più attesa sul Titano, perché ancora mancano i pareri della Commissione Esteri, convocata per mercoledì della prossima settimana. Solo allora potrà esprimersi sull'intesa fiscale dando il via libera definitiva per l'esame in assemblea parlamentare. Nella stessa seduta la Commissione Esteri si esprimerà sul decreto per le missioni degli italiani all'estero, quello al quale si ipotizzava il collegamento della ratifica sammarinese.
A questo punto le opinioni sono contrastanti: da un lato c'è chi si dichiara possibilista, precisando che tutto dipende dalle volontà del Governo; dall'altro chi sottolinea come la prassi non preveda questo tipo di intervento. Di fatto le disposizioni del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, sono state quelle di rispettare la prassi parlamentare, che vuole a camere sciolte si affrontino solamente quei provvedimenti che attendono la delibera della Camera dei Deputati per diventare definitivamente legge. Una consuetudine che non prevede la discussione o il voto di provvedimenti in prima lettura, come nel caso della ratifica dell'accordo contro le doppie imposizioni. Diverso il discorso per l'intesa sui titoli di studio, che nella prossima sessione di Montecitorio diventerà legge. Per il provvedimento più atteso la Repubblica dovrà aspettare l'avvio della prossima legislatura, dopo, cioè, il 25 febbraio, giorno del voto politico in Italia.
Sergio Barducci
A questo punto le opinioni sono contrastanti: da un lato c'è chi si dichiara possibilista, precisando che tutto dipende dalle volontà del Governo; dall'altro chi sottolinea come la prassi non preveda questo tipo di intervento. Di fatto le disposizioni del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, sono state quelle di rispettare la prassi parlamentare, che vuole a camere sciolte si affrontino solamente quei provvedimenti che attendono la delibera della Camera dei Deputati per diventare definitivamente legge. Una consuetudine che non prevede la discussione o il voto di provvedimenti in prima lettura, come nel caso della ratifica dell'accordo contro le doppie imposizioni. Diverso il discorso per l'intesa sui titoli di studio, che nella prossima sessione di Montecitorio diventerà legge. Per il provvedimento più atteso la Repubblica dovrà aspettare l'avvio della prossima legislatura, dopo, cioè, il 25 febbraio, giorno del voto politico in Italia.
Sergio Barducci
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