Non un maquillage o una unione di sigle. Movimento Democratico depone logo e simbolo e riabbraccia il partito d'origine. Proprio Federico Pedini Amati tra i fondatori del PSD nel 2005 - “partito che da sempre – dice - ha rappresentato l'unione dell'area riformista". Traguardo, dopo un lungo lavoro insieme, ma soprattutto passo concreto nella riunificazione della sinistra.
Parlare una sola voce, unione di idee e persone, contro i personalismi, verso il Congresso, annunciato per primavera, per tornare ad essere punto di riferimento per la gente: “C'è bisogno di sinistra – dice infatti Lazzaro Rossini – e la gente ci chiede una visione comune e chiara”. “Bentornati, compagni!” Li saluta così il Presidente del PSD, Matteo Rossi che, se al movimentismo riconosce un ruolo fondamentale contro un sistema malato in un preciso momento storico, chiama oggi all'idea di “partito forte che, sì, all'interno dibatte, ma all'esterno è compatto”. Riconfermato il quadro politico di maggioranza - “leali a NPR” dicono insieme -, il Segretario Gerardo Giovagnoli gioca la chiave di un rinnovamento che, ancorato alla storia gloriosa delle sinistre che il partito ha saputo tenere insieme, colga le prossime sfide. “Un ritorno – dice – al futuro”. “Porte aperte a chi ci guarda con interesse: non chiediamo abiure – dice ancora Giovagnoli - ma solo il riconoscersi nei valori socialisti e riformisti, nel socialismo internazionale e nella grande famiglia europea".
Nel video le interviste a Federico Pedini Amati e a Gerardo Giovagnoli