"Il momento è caldo, siamo quasi a metà legislatura e, come tradizione vuole, cominciano le grandi “manovre” per prepararsi alla legislatura successiva.
Questo attivismo è accelerato dalle difficoltà della maggioranza, invischiata in una verifica di cui non si comprendono né contenuti (che pare cambino ogni settimana) né esiti, alle prese con una incapacità sempre più evidente nel fornire risposte ai problemi economici, occupazionali e di bilancio del Paese e con una questione morale che periodicamente torna a battere colpi.
Bene Comune ha vinto le elezioni col cinquanta virgola qualcosa e tutti sanno, loro per primi, che oggi non sono più maggioranza reale nel Paese. E’ quindi necessario trovare forze fresche per superare l’emorragia di voti, garantendosi il governo anche alla prossima tornata.
Non sorprende che questa sia una priorità per il PDCS, un Partito che ad oggi non ha alcuna alternativa politica se non quella di rimanere ai posti di comando, a tutti i costi. Non importa con quali programmi o con quale efficacia. Negli ultimi ventinove anni, in fondo, la Dc si è ritrovata all’opposizione solo due anni e mezzo (i risultati di questo “lungo Governo” sono evidenti) ed in quei pochi momenti si è a più riprese frantumata, segno che il potere è il vero collante di quella tradizione politica.
Sorprende maggiormente che stia a questo gioco anche il PSD, un Partito “fuori contesto” in una coalizione a trazione conservatrice, con alternative riformiste realizzabili se solo fosse in grado di recuperare con decisione la propria vocazione storica facendo seguire i fatti alle parole, e se si compisse al suo interno il processo di rinnovamento di una certa classe dirigente chiamata in causa in prima persona dalle vicende giudiziarie.
Più defilata finora AP, fautrice dell’apertura di una verifica di Governo dalle dinamiche oscure con all’ordine del giorno anche la questione morale, con progetti per il futuro che rimangono tuttavia un punto interrogativo.
Ma sorprenderebbe più di tutto se una parte dell’opposizione accetterà questo disegno, portando ossigeno ad una maggioranza moribonda solo per inseguire ipotetici “grandi numeri” (che difficilmente ci sarebbero, dato che gli elettori punirebbero senza dubbio la riproposta di una coalizione così deludente).
Noi crediamo che al Paese serva un cambio di passo, di quelli veri. Stiamo vivendo un immobilismo letale. Alla debolezza delle riforme in campo economico si sommano infatti la contrazione dei diritti dei lavoratori, l’incapacità di mettere in piedi una seria e complessiva politica di sviluppo commerciale e turistico e la grande fatica sul fronte della spending review, che ha messo in crisi il bilancio dello Stato e ha aperto la strada al debito pubblico.
Si naviga a vista, insomma, aspettando gli eventi e invocando salvatori (esterni) che portino soldi e posti di lavoro. Come è possibile condividere qualcosa con chi si muove così? Come si fa a sedersi al tavolo per ragionare con chi governa il Paese in questa maniera?
Noi sappiamo che forze con una visione diversa ci sono, in questo Paese. Forze che hanno idee e progetti interessanti, talvolta bloccate in contesti impermeabili al cambiamento, in orizzonti di mediazione continua con un neo-conservatorismo - andato a scuola di marketing - che dice di voler cambiare tutto per non cambiare niente.
Ancora oggi, se quelle forze decideranno di tornare a fare il loro mestiere, a perseguire la loro missione, se sapranno attuare un rinnovamento coraggioso, Cittadinanza Attiva è pronta a ragionare per un nuovo progetto Paese.
Diversamente quelle energie saranno disperse e i protagonisti di questa stagione politica, come novelli Caronte, si assumeranno la responsabilità di aver traghettato un Paese moribondo agli Inferi, al di là del nostro personale Acheronte".
comunicato stampa
Cittadinanza attiva
Questo attivismo è accelerato dalle difficoltà della maggioranza, invischiata in una verifica di cui non si comprendono né contenuti (che pare cambino ogni settimana) né esiti, alle prese con una incapacità sempre più evidente nel fornire risposte ai problemi economici, occupazionali e di bilancio del Paese e con una questione morale che periodicamente torna a battere colpi.
Bene Comune ha vinto le elezioni col cinquanta virgola qualcosa e tutti sanno, loro per primi, che oggi non sono più maggioranza reale nel Paese. E’ quindi necessario trovare forze fresche per superare l’emorragia di voti, garantendosi il governo anche alla prossima tornata.
Non sorprende che questa sia una priorità per il PDCS, un Partito che ad oggi non ha alcuna alternativa politica se non quella di rimanere ai posti di comando, a tutti i costi. Non importa con quali programmi o con quale efficacia. Negli ultimi ventinove anni, in fondo, la Dc si è ritrovata all’opposizione solo due anni e mezzo (i risultati di questo “lungo Governo” sono evidenti) ed in quei pochi momenti si è a più riprese frantumata, segno che il potere è il vero collante di quella tradizione politica.
Sorprende maggiormente che stia a questo gioco anche il PSD, un Partito “fuori contesto” in una coalizione a trazione conservatrice, con alternative riformiste realizzabili se solo fosse in grado di recuperare con decisione la propria vocazione storica facendo seguire i fatti alle parole, e se si compisse al suo interno il processo di rinnovamento di una certa classe dirigente chiamata in causa in prima persona dalle vicende giudiziarie.
Più defilata finora AP, fautrice dell’apertura di una verifica di Governo dalle dinamiche oscure con all’ordine del giorno anche la questione morale, con progetti per il futuro che rimangono tuttavia un punto interrogativo.
Ma sorprenderebbe più di tutto se una parte dell’opposizione accetterà questo disegno, portando ossigeno ad una maggioranza moribonda solo per inseguire ipotetici “grandi numeri” (che difficilmente ci sarebbero, dato che gli elettori punirebbero senza dubbio la riproposta di una coalizione così deludente).
Noi crediamo che al Paese serva un cambio di passo, di quelli veri. Stiamo vivendo un immobilismo letale. Alla debolezza delle riforme in campo economico si sommano infatti la contrazione dei diritti dei lavoratori, l’incapacità di mettere in piedi una seria e complessiva politica di sviluppo commerciale e turistico e la grande fatica sul fronte della spending review, che ha messo in crisi il bilancio dello Stato e ha aperto la strada al debito pubblico.
Si naviga a vista, insomma, aspettando gli eventi e invocando salvatori (esterni) che portino soldi e posti di lavoro. Come è possibile condividere qualcosa con chi si muove così? Come si fa a sedersi al tavolo per ragionare con chi governa il Paese in questa maniera?
Noi sappiamo che forze con una visione diversa ci sono, in questo Paese. Forze che hanno idee e progetti interessanti, talvolta bloccate in contesti impermeabili al cambiamento, in orizzonti di mediazione continua con un neo-conservatorismo - andato a scuola di marketing - che dice di voler cambiare tutto per non cambiare niente.
Ancora oggi, se quelle forze decideranno di tornare a fare il loro mestiere, a perseguire la loro missione, se sapranno attuare un rinnovamento coraggioso, Cittadinanza Attiva è pronta a ragionare per un nuovo progetto Paese.
Diversamente quelle energie saranno disperse e i protagonisti di questa stagione politica, come novelli Caronte, si assumeranno la responsabilità di aver traghettato un Paese moribondo agli Inferi, al di là del nostro personale Acheronte".
comunicato stampa
Cittadinanza attiva
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