Il Coordinamento degli insegnanti di ogni ordine e grado delibera di continuare la mobilitazione in attesa di risposte, scrive, dal Segretario alla pubblica istruzione. Ieri l'ultimo incontro con Podeschi che si è svolto, sottolinea la nota, in un clima cordiale.
"Non ci asterremo dalle uscite di studio e dalle altre attività che dipendono dalla nostra personale disponibilità (ora di ricevimento settimanale, attività elettive, settimana dei laboratori) se queste, scrive il Coordinamento, ci verranno riconosciute per quello che sono: ore di servizio in attività formative con la responsabilità degli alunni, come è stato richiesto nell'incontro con Podeschi. Il decreto che ha istituito il minutaggio, rimarca la nota, non ha infatti messo in conto attività che coinvolgono gli insegnanti per impegno, responsabilità e mole di lavoro. Conteggiando tutto, scrivono, siamo certi di essere in credito e quest’anno lo dimostreremo. Resta invece ferma l’intenzione del governo di diminuire le retribuzioni in tutto il settore pubblico e su questo, anticipano gli insegnanti, faremo convergere la nostra protesta assieme al resto della pubblica amministrazione che costituisce, ricordano, la forma del nostro welfare, l’insieme dei beni e dei servizi offerti alla cittadinanza, l’unico strumento di integrazione e di redistribuzione della ricchezza nel Paese.
"Non ci asterremo dalle uscite di studio e dalle altre attività che dipendono dalla nostra personale disponibilità (ora di ricevimento settimanale, attività elettive, settimana dei laboratori) se queste, scrive il Coordinamento, ci verranno riconosciute per quello che sono: ore di servizio in attività formative con la responsabilità degli alunni, come è stato richiesto nell'incontro con Podeschi. Il decreto che ha istituito il minutaggio, rimarca la nota, non ha infatti messo in conto attività che coinvolgono gli insegnanti per impegno, responsabilità e mole di lavoro. Conteggiando tutto, scrivono, siamo certi di essere in credito e quest’anno lo dimostreremo. Resta invece ferma l’intenzione del governo di diminuire le retribuzioni in tutto il settore pubblico e su questo, anticipano gli insegnanti, faremo convergere la nostra protesta assieme al resto della pubblica amministrazione che costituisce, ricordano, la forma del nostro welfare, l’insieme dei beni e dei servizi offerti alla cittadinanza, l’unico strumento di integrazione e di redistribuzione della ricchezza nel Paese.
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