Sul mercato del lavoro, complice forse la fase di rinnovo contrattuale, il clima sembra piuttosto teso. Sindacati e Industriali si scontrano sui numeri dell’occupazione: l’Anis non riconosce i dati della CDLS sull’incremento di posti di lavoro nel 2004, l’organizzazione sindacale replica dichiarandosi stupita che gli imprenditori non sappiano fare i conti e accusandoli di voler sminuire la portata della ripresa economica per mantenere un basso profilo nella trattativa appena aperta. 'Nessuna discrepanza – afferma la CDLS – fra i dati della statistica e i nostri. C’è uno scarto di appena 6 unità, un po’ poco per sostenere che i numeri non quadrano e sconfessare le cifre in circolazione'. Ma il terreno sul quale lo scontro appare più marcato resta ancora quello della riforma del mercato del lavoro. I sindacati non condividono l’impostazione del progetto e puntano l’indice soprattutto su assunzioni a termine e lavoro interinale. Un dibattito sostenuto per il quale il Segretario di Stato al Lavoro invita al dialogo e al confronto sereno e nel quale si inserisce anche il Partito dei Democratici. La bozza elaborata sembra non convincere fino in fondo il PdD, che però assicura tutti gli sforzi per ricercare un punto di mediazione. A prima vista sembrerebbe una divergenza in seno alla maggioranza di governo, ma Giuseppe Morganti, getta acqua sul fuoco. 'Il Segretario Andreoli – spiega – ha dato ampia disponibilità a discuterne e questo facilita molto le cose. Poi – prosegue Morganti – partiamo tutti e due dallo stesso punto di riferimento: il contratto del settore industria del 2002, che prevedeva nuove forme che oggi è opportuno regolare con un intervento legislativo. Certo – aggiunge – ci sono aspetti per noi fondamentali, come quelli dei diritti, ai quali non intendiamo rinunciare. Non vogliamo che la flessibilità si trasformi in precarietà e ci batteremo perché non avvenga. Morganti poi mette l’accento su un altro aspetto: quello economico: “per tutelare i diritti dei lavoratori assunti secondo le nuove tipologie, ci sono costi anche di carattere sociale, come pensione, sicurezza sociale e ammortizzatori sociali. Qualcuno – dichiara – questi costi dovrà sostenerli. E il riferimento è soprattutto alle imprese che per Morganti devono essere chiamate a partecipare in forma concreta. “Il governo – afferma il Segretario di Stato Andreoli - considera il Contratto di Lavoro del 2002 un importante risultato ed un innegabile tentativo di regolamentare quanto non ancora previsto in termini di legge. Proprio da questo contratto – aggiunge – si è inteso partire per stendere l’attuale progetto di legge. Ma Andreoli si spinge oltre e conferma la funzione pubblica dell’avviamento al lavoro e al collocamento, la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, la volontà di rendere effettivo il diritto al lavoro e alla sua scelta nell’ottica della crescita professionale, migliorando l’inserimento di chi è in cerca di prima occupazione proprio attraverso lo strumento della formazione. Insomma un punto di convergenza per Andreoli è possibile, 'ma perché lo si possa ritrovare è necessario – afferma – lasciare fuori dal tavolo della trattativa ogni tentativo di strumentalizzazione'.
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