Alvaro Selva, presidente dell’Unione forze repubblicane, affronta la cosiddetta questione morale e la situazione politica. Questa sera alle 21, nella casa del Castello di Serravalle, organizza un incontro pubblico per illustrare tutte le situazioni, a suo dire, meritevoli di altrettante commissioni d’inchiesta. Possibile che la questione morale si limiti al solo caso dei lotti di Valdragone? Alvaro Selva ritiene di no, e critica aspramente chi, sostiene, sta alzando un polverone al solo scopo di paralizzare e distruggere il Paese. Anche l’attuale Governo, afferma, il migliore possibile al momento, non riesce a lavorare. Troppi sono i condizionamenti cui è sottoposto. E la soluzione quale sarebbe, si chiede l’avvocato, dare il Paese in mano a quei moralisti che in un recente passato sono stati i principali responsabili dell’attuale situazione?
“Sono del parere – aggiunge – che questo modo di fare politica sia autodistruttivo. Ma a questo punto non abbiamo scelta, dunque portiamola davvero alla luce, la cosiddetta questione morale”. E Selva elenca una serie di situazioni dubbie, sulle quali chiede ai consiglieri di aprire altrettante commissioni d’inchiesta. Cita l’area di Rovereta antistante il centro diamante, le autorizzazioni concesse al mobilificio Colombini, per la realizzazione di un imponente stabilimento, e ancora le concessioni edilizie dell’Admiral Point di Dogana. L’affare Cera Grey, l’acquisto di un immobile a Cà Martino per destinarvi un magazzino farmaceutico, la convenzione tra lo Stato e un cittadino al quale vennero permutati 19mila metri quadri di terreno agricolo, con 12mila di terreno edificabili.
“Oppure – conclude l’avvocato – le forze politiche potrebbero fermarsi e ragionare, puntare alle riforme che ridiano governabilità. Ad esempio giungendo all’elezione diretta del capo del governo, che formerebbe una sua squadra ben distinta dal Parlamento”.
“Sono del parere – aggiunge – che questo modo di fare politica sia autodistruttivo. Ma a questo punto non abbiamo scelta, dunque portiamola davvero alla luce, la cosiddetta questione morale”. E Selva elenca una serie di situazioni dubbie, sulle quali chiede ai consiglieri di aprire altrettante commissioni d’inchiesta. Cita l’area di Rovereta antistante il centro diamante, le autorizzazioni concesse al mobilificio Colombini, per la realizzazione di un imponente stabilimento, e ancora le concessioni edilizie dell’Admiral Point di Dogana. L’affare Cera Grey, l’acquisto di un immobile a Cà Martino per destinarvi un magazzino farmaceutico, la convenzione tra lo Stato e un cittadino al quale vennero permutati 19mila metri quadri di terreno agricolo, con 12mila di terreno edificabili.
“Oppure – conclude l’avvocato – le forze politiche potrebbero fermarsi e ragionare, puntare alle riforme che ridiano governabilità. Ad esempio giungendo all’elezione diretta del capo del governo, che formerebbe una sua squadra ben distinta dal Parlamento”.
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