Alla fine il Generale Gentili ha scelto di lasciare l'incarico. Travolto da una valanga di polemiche conseguenti alla pubblicazione di suoi pesanti giudizi sulla politica, la magistratura, l'intero sistema. Parole come macigni in cui definiva San Marino “una trappola esplosiva”, mettendo in discussione l'operato di governo, tribunale, polizia civile e altri ancora. Oggi, dopo le reazioni di dissenso dell'intero arco consigliare, il Generale si è presentato dai Capitani Reggenti con in mano una lettera. Un documento per chiedere di “essere prosciolto dalla ferma”, nel rispetto del linguaggio e della prassi militare, che i Capitani Reggenti hanno poco dopo illustrato all'Ufficio di Presidenza, riunito per fissare i lavori della prossima sessione parlamentare. Una lunga lettera, nella quale il Generale esprime il suo rammarico e i suoi rilievi. Contesta la forma ma anche la sostanza; non si spiega perchè quel suo sfogo sia finito nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Claudio Podeschi e di Biljana Baruca, si dice sorpreso di aver appreso la cosa dai giornali. La lettera verrà letta nel comma appositamente previsto nell'ordine del Giorno del Consiglio Grande e Generale, nella giornata di martedì 24, intorno alle 13, in seduta pubblica. Solo allora si conosceranno nel dettaglio i toni e le parole usate dal Generale, che scrivendo ai Reggenti ha voluto ripercorrere anche la sua carriera di militare nell'arma dei Carabinieri, sottolineare il suo impegno a San Marino, evidenziare il suo progetto di riordino delle forze dell'ordine. E dopo il dibattito consiliare, prevedibilmente duro e intenso, si dovrà ragionare sulla sua sostituzione, sulla nomina di colui che dovrà prendere il suo posto alla guida della Gendarmeria. Una poltrona che Gentili aveva occupato dopo l'uscita di scena del colonnello Zechini, anche in quel caso non proprio serena e tranquilla.
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