Il candidato governatore di Pd e Udc arriva primo nella competizione caratterizzata da un astensionismo record che vola oltre il 50% ma sarà costretto ad un alleanza con l’ex Pdl Miccichè per formare un nuovo governo regionale.
Bersani parla di “risultato storico”. Casini non esulta, ma è comunque soddisfatto per l’affermazione del proprio candidato. Ma in Sicilia il vero vincitore è Beppe Grillo: con un risultato a due cifre, il Movimento Cinque Stelle potrebbe essere il secondo partito nell’Isola, e ora scalda i muscoli per un’affermazione notevole alle prossime Politiche. Mentre i moderati riflettono su possibili alleanze per il nuovo Parlamento, il Pdl è nel caos. Si rincorrono continuamente voci di dimissioni di Alfano. Rinchiuso nel fortino di Via dell’Umilta ed azzoppato dall’uscita di Berlusconi di sabato scorso, il segretario di un partito che appare fuori controllo esce indubbiamente come il vero sconfitto in casa propria dal voto siciliano.
E mentre si lavora alle modifiche alla legge di stabilità, che saranno oggetto di suo un nuovo confronto a palazzo Chigi con i partiti, Mario Monti non si dice impaurito dalla minaccia di staccare la spina al governo avanzata da Silvio Berlusconi, e mantiene il proprio orizzonte al 2013. “Non posso chiamare minaccia qualche cosa che a noi non toglierebbe niente”, dice il premier. Da Madrid il professore lancia segnali rasserenanti al Cavaliere e, con il premier spagnolo Rajoy, chiede fiducia nell’Europa contro la crisi. Ma il governo, che tiene duro sull’Imu e sull’aumento dell’Iva, è chiaramente sotto pressione, in una situazione che preoccupa Napolitano.
Bersani parla di “risultato storico”. Casini non esulta, ma è comunque soddisfatto per l’affermazione del proprio candidato. Ma in Sicilia il vero vincitore è Beppe Grillo: con un risultato a due cifre, il Movimento Cinque Stelle potrebbe essere il secondo partito nell’Isola, e ora scalda i muscoli per un’affermazione notevole alle prossime Politiche. Mentre i moderati riflettono su possibili alleanze per il nuovo Parlamento, il Pdl è nel caos. Si rincorrono continuamente voci di dimissioni di Alfano. Rinchiuso nel fortino di Via dell’Umilta ed azzoppato dall’uscita di Berlusconi di sabato scorso, il segretario di un partito che appare fuori controllo esce indubbiamente come il vero sconfitto in casa propria dal voto siciliano.
E mentre si lavora alle modifiche alla legge di stabilità, che saranno oggetto di suo un nuovo confronto a palazzo Chigi con i partiti, Mario Monti non si dice impaurito dalla minaccia di staccare la spina al governo avanzata da Silvio Berlusconi, e mantiene il proprio orizzonte al 2013. “Non posso chiamare minaccia qualche cosa che a noi non toglierebbe niente”, dice il premier. Da Madrid il professore lancia segnali rasserenanti al Cavaliere e, con il premier spagnolo Rajoy, chiede fiducia nell’Europa contro la crisi. Ma il governo, che tiene duro sull’Imu e sull’aumento dell’Iva, è chiaramente sotto pressione, in una situazione che preoccupa Napolitano.
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