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Congresso SSD: mano tesa alla sinistra ancora all'opposizione che intende intraprendere il percorso dell'alternanza.

18 nov 2017
Congresso Ssd
Congresso Ssd
Il grande giorno è arrivato: SSD completa il percorso e si struttura come partito. Non un punto di arrivo – ripetono gli aderenti – ma una nuova partenza per un progetto ancora più grande. Con “ce l'abbiamo fatta, compagni” Marina Lazzarini cattura gli applausi. Guarda al futuro partendo da scelte compiute con lo sguardo rivolto agli stessi obiettivi. Il rafforzamento della sinistra una sfida ancora aperta. “Unire richiede più impegno. Dividere avvantaggia la parte avversa, la destra”. Tony Margiotta definisce SSD la vera sinistra. “Vogliamo garantire lo Stato di diritto, trasparenza, solidarietà ed equità. Nessuno deve essere lasciato solo”. Alessandro Bevitori si sofferma sulle banche, “anello fondamentale dell'economia”. Senza accesso al credito – spiega – non si può creare sviluppo. L'investitore richiede solidità in ambito finanziario. “Ecco perché l'azione politica di SSD è partita da lì”. “Avere più soldi nelle casse pubbliche permette di sostenere lo Stato Sociale”. Lazzarini, Margiotta e Bevitori rappresentano le tre forze che hanno dato vita alla grande casa della sinistra. Il loro intervento – dice Giuseppe Morganti – è “l'ultimo momento delle nostre divisioni. Da adesso in avanti ci sarà un'unica voce”. Il capogruppo parla di missione del partito e rapporti con le altre forze. “SSD – dice – ha scelto una nuova via che esclude soluzioni costruite solo per la gestione del potere. Non possiamo consentire che la politica, sia di maggioranza o di opposizione, prenda le parti per uno dei due poteri che tendono a cristallizzarsi nei gangli più importanti dello Stato e dell'intera società e ne strumentalizzano le funzioni”.
Guarda agli alleati, a Repubblica Futura di cui è convinta compagna di viaggio; a Civico 10, con cui condivide percorso, convinzioni e sentire. “Una maggiore contaminazione con loro – dice Morganti – non può che migliorare la qualità di entrambi”. Poi si rivolge all'opposizione. “La Dc rincorre un dissenso che non raggiungerà”; le differenze con Rete sono nel metodo: “a noi interessa formare, non inseguire gli istinti”. Parlando alle altre forze di sinistra, non può non citare il comunicato congiunto in cui Ps, Psd e Mdsi danno vita ad un progetto politico aperto a forze di opposizione e maggioranza. “Una sinistra – dice Morganti – che non ha ancora maturato una propria autonoma consapevolezza, ma va alla ricerca di riconferme con alleati che non possono che approfittarsi di questa debolezza. Come si fa a chiamare all'alleanza – chiede – forze di maggioranza per generare uno schieramento che abbia come unico fine quello di creare una sponda per qualcun altro? Siamo usciti dalla politica dei due forni per quella dell'alternanza”. E tende la mano proprio a quella sinistra ancora all'opposizione che intende intraprendere questo percorso. “Abbiamo deciso di richiamare SSD ad un ragionamento di area più ampio – spiega il segretario del Psd - perché anche noi crediamo di dover essere partecipi di questo progetto. Nulla a che vedere con le alleanze”. Alessandro Mancini nel suo saluto critica invece la mancanza “di una sana autocritica sulle cose che non hanno funzionato in questi primi mesi di legislatura. Sarebbe stato un punto di partenza per ridare fiducia”. La Dc spera che SSD possa avviare una stagione di dialogo. “Non poniamo pregiudiziali – dice Giancarlo Venturini – sul terreno delle scelte la Dc è disponibile al confronto”. Il momento è difficile, ci sono tanti problemi da risolvere e la maggioranza conferma la forza del gruppo. “Civico si dice felice che Ssd stia costruendo qualcosa di più grande. “Saremo sempre presenti al loro fianco – commenta Luca Santolini - durante questo percorso”. Da Nicola Selva l'invito al coraggio per affrontare le sfide e superare insieme difficoltà ereditate.

MF

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