L’apertura della campagna pubblica d’informazione sull'IFP ed il movimento che ne è conseguito ha costretto la maggioranza ad uscire allo scoperto in una serata pubblica di qualche giorno fa dove ha dimostrato "leggerezza" (ed è un eufemismo) nel trattare un tema così complesso e pericoloso.
Diversi interventi dalla platea, alcuni di questi anche molto specifici sul progetto di legge, ai quali non è stata fornita nessuna risposta e questo ci risulta strano visto che i relatori sono gli stessi autori del progetto di legge. Oppure gli autori sono altri?
Questa settimana si è aperta con il Consiglio ed il Segretario Felici (non) risponde ad un interpellanza in merito alla gestione dei beni immobili, a quanto si legge dai resoconti giornalistici, paventando l’IFP come soluzione di tutti i mali.
Così com'è avvenuto durante la serata pubblica, non trovando giustificazioni sull'osservazione venuta dal pubblico in merito all’esistenza di un Ufficio, istituito ben 23 anni fa con legge 11/1990, alla quale l’articolo 2 demanda sostanzialmente tutte le enunciazioni attribuite all’IFP: “...la gestione del patrimonio immobiliare, che deve essere improntata a criteri di economicità e redditività. L'attività gestionale deve essere rivolta all'accrescimento del patrimonio pubblico e alla sua valorizzazione attraverso un utilizzo degli immobili rispondente anche a finalità sociali e di sviluppo economiche”.
Già questo, di per sé, dovrebbe far sorgere diverse dubbi circa la gestione della cosa pubblica in questi ultimi vent'anni. Inoltre la legge prevede che, semestralmente, sia organizzata una riunione tra il Dirigente dell'Ufficio del Patrimonio, i vari Funzionari (previsti dalla legge stessa) oltre ai Dirigenti dell'ufficio Progettazione, dell'Ufficio del Catasto, dell'Ufficio del Registro, per valutare l'andamento delle singole gestioni ed assumere indirizzi ed orientamenti generali di prospettiva, da sottoporre al Congresso di Stato.
Ad occhio e croce in 23 anni, le riunioni sarebbero dovute essere almeno 46 che ci sembrano un numero sufficiente per cercare di far funzionare la struttura (da loro stessi creata). Quello che è mancato è la sola volontà di farla funzionare. Cosa cambia adesso?
L’onestà intellettuale dovrebbe essere alla base della politica, mentre in queste settimane di dibattito sull'IFP ci rendiamo conto, ancora una volta, di quanto non sia sempre così. Invitiamo i cittadini a "mettere alle strette" questo modo di fare ed a pretendere risposte specifiche ed esaurienti, ricordando a coloro che siedono in ruoli istituzionali che sono a rappresentare l'intera collettività e che devono rendere conto obbligatoriamente di ogni azione intrapresa. Per firmare e trovare altre informazioni:www.noifp.org
Diversi interventi dalla platea, alcuni di questi anche molto specifici sul progetto di legge, ai quali non è stata fornita nessuna risposta e questo ci risulta strano visto che i relatori sono gli stessi autori del progetto di legge. Oppure gli autori sono altri?
Questa settimana si è aperta con il Consiglio ed il Segretario Felici (non) risponde ad un interpellanza in merito alla gestione dei beni immobili, a quanto si legge dai resoconti giornalistici, paventando l’IFP come soluzione di tutti i mali.
Così com'è avvenuto durante la serata pubblica, non trovando giustificazioni sull'osservazione venuta dal pubblico in merito all’esistenza di un Ufficio, istituito ben 23 anni fa con legge 11/1990, alla quale l’articolo 2 demanda sostanzialmente tutte le enunciazioni attribuite all’IFP: “...la gestione del patrimonio immobiliare, che deve essere improntata a criteri di economicità e redditività. L'attività gestionale deve essere rivolta all'accrescimento del patrimonio pubblico e alla sua valorizzazione attraverso un utilizzo degli immobili rispondente anche a finalità sociali e di sviluppo economiche”.
Già questo, di per sé, dovrebbe far sorgere diverse dubbi circa la gestione della cosa pubblica in questi ultimi vent'anni. Inoltre la legge prevede che, semestralmente, sia organizzata una riunione tra il Dirigente dell'Ufficio del Patrimonio, i vari Funzionari (previsti dalla legge stessa) oltre ai Dirigenti dell'ufficio Progettazione, dell'Ufficio del Catasto, dell'Ufficio del Registro, per valutare l'andamento delle singole gestioni ed assumere indirizzi ed orientamenti generali di prospettiva, da sottoporre al Congresso di Stato.
Ad occhio e croce in 23 anni, le riunioni sarebbero dovute essere almeno 46 che ci sembrano un numero sufficiente per cercare di far funzionare la struttura (da loro stessi creata). Quello che è mancato è la sola volontà di farla funzionare. Cosa cambia adesso?
L’onestà intellettuale dovrebbe essere alla base della politica, mentre in queste settimane di dibattito sull'IFP ci rendiamo conto, ancora una volta, di quanto non sia sempre così. Invitiamo i cittadini a "mettere alle strette" questo modo di fare ed a pretendere risposte specifiche ed esaurienti, ricordando a coloro che siedono in ruoli istituzionali che sono a rappresentare l'intera collettività e che devono rendere conto obbligatoriamente di ogni azione intrapresa. Per firmare e trovare altre informazioni:www.noifp.org
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