Sulla relazione della commissione d'inchiesta Carisp, e in particolare sul conseguente dibattito consigliare, interviene Tito Masi di Ap, quale ex presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio Sums.
Rapporti di Tito Masi“non del tutto opportuni” con la Procura di Forlì. Parole, dette in aula durante il dibattito sulla relazione Carisp, a cui l'esponente di Ap, ex presidente della Fondazione San Marino, ha deciso di rispondere affermando che in realtà, con le sue condotte, ha evitato il rischio default per la banca. Masi precisa innanzitutto che quando Cassa di Risparmio ha acquistato le azioni Sopaf, il 31 luglio 2009, lui non era ancora presidente della Fondazione. L'incarico lo assunse quasi due mesi dopo. E in relazione ai “criticati” rapporti con la procura di Forli Masi afferma: “Io e il dottor Sibani – ovvero l'allora direttore di Cassa di Risparmio – non abbiamo consegnato nemmeno un foglio di carta al dottor di Vizio”. Tuttavia – precisa l'esponente di Ap - “quale atteggiamento di discontinuità con il passato, abbiamo deciso di renderci disponibili al dialogo con la Procura” anche perchè “la politica dello scontro frontale non aveva evitato il disastroso commissariamento di Delta e ho ritenuto, insieme ai membri del C.d.A. della Fondazione, che avrebbe potuto compromettere ulteriormente la situazione di Cassa”.
Masi afferma che, di fatto, ha invece convinto Di Vizio “a modificare la rogatoria già inoltrata, riducendo le richieste di documentazione, che avrebbero coinvolto circa 2.000 clienti in maggioranza sammarinesi, che nulla avevano a che fare con la vicenda Delta e che era giusto salvaguardare”. Le modifiche alla rogatoria sono state poi valutate e accolte dal Tribunale che ha proceduto all’acquisizione e all’invio dei documenti. Si è parlato di dati relativi a una settantina di clienti. Nessuno di loro in seguito sarebbe stato coinvolto in procedimenti giudiziari.
Luca Salvatori
Rapporti di Tito Masi“non del tutto opportuni” con la Procura di Forlì. Parole, dette in aula durante il dibattito sulla relazione Carisp, a cui l'esponente di Ap, ex presidente della Fondazione San Marino, ha deciso di rispondere affermando che in realtà, con le sue condotte, ha evitato il rischio default per la banca. Masi precisa innanzitutto che quando Cassa di Risparmio ha acquistato le azioni Sopaf, il 31 luglio 2009, lui non era ancora presidente della Fondazione. L'incarico lo assunse quasi due mesi dopo. E in relazione ai “criticati” rapporti con la procura di Forli Masi afferma: “Io e il dottor Sibani – ovvero l'allora direttore di Cassa di Risparmio – non abbiamo consegnato nemmeno un foglio di carta al dottor di Vizio”. Tuttavia – precisa l'esponente di Ap - “quale atteggiamento di discontinuità con il passato, abbiamo deciso di renderci disponibili al dialogo con la Procura” anche perchè “la politica dello scontro frontale non aveva evitato il disastroso commissariamento di Delta e ho ritenuto, insieme ai membri del C.d.A. della Fondazione, che avrebbe potuto compromettere ulteriormente la situazione di Cassa”.
Masi afferma che, di fatto, ha invece convinto Di Vizio “a modificare la rogatoria già inoltrata, riducendo le richieste di documentazione, che avrebbero coinvolto circa 2.000 clienti in maggioranza sammarinesi, che nulla avevano a che fare con la vicenda Delta e che era giusto salvaguardare”. Le modifiche alla rogatoria sono state poi valutate e accolte dal Tribunale che ha proceduto all’acquisizione e all’invio dei documenti. Si è parlato di dati relativi a una settantina di clienti. Nessuno di loro in seguito sarebbe stato coinvolto in procedimenti giudiziari.
Luca Salvatori
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