Pasquale Valentini passa la mano. Ieri sera il segretario della dc ha annunciato che non si candiderà alla guida del partito, per lasciare il timone a chi seguirà la rotta tracciata nei suoi tre anni di mandato. Uno spiraglio però lo ha lasciato. Di fatto – ci ha detto – deciderà il congresso. La scelta di Valentini ha messo in movimento tutta la politica. Già ieri, in Aula, il segretario della dc è stato avvicinato dagli alleati del Patto che, a turno, gli hanno chiesto di rimanere alla guida del principale partito di maggioranza. Ma il pressing maggiore lo stanno facendo i delegati democristiani che, con telefonate, messaggi e anche qualche minaccia di disertare l’assise, insistono perché riveda la sua scelta. Il candidato più probabile alla segreteria adesso è Marco Gatti. Valentini si aspetta che la linea politica manifestata nell’ultimo Consiglio centrale, sia confermata dal Congresso. Vale a dire si prosegue l’esperienza del Patto e si porta avanti questo governo. A fronte di una crisi politica il rafforzamento della coalizione passa attraverso il dialogo con l’opposizione e l’area socialista in particolare. "Questa - ha rimarcato Valentini - non è la mia linea ma è quella che la Democrazia Cristiana ha scelto e dovrà rimanere come base certa della proposta congressuale". Il passaggio di consegne non nasconde qualche timore. "Il primo - dice Valentinini - è legato alla reale capacità della maggioranza di farsi carico dei problemi del Paese, senza che prevalga il gioco politico. Il secondo è che la Dc non sia in alcun modo un fattore di incertezza per la conduzione politica e non le sia attribuita una eventuale difficoltà in cui l’azione di governo possa inciampare. Non credo - conclude - che il Paese ce lo potrebbe mai perdonare".
Sonia Tura
Sonia Tura
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