Sulle banche si scaldano gli animi a tal punto che la Reggenza richiama al rispetto e al confronto civile e democratico. In Aula esce anche un dato, bipartisan: per ricapitalizzare il settore bancario servono circa 500 milioni. Il Segretario alle Finanze svela i prossimi passi. Già a partire dai prossimi giorni i risultati della AQR, oggi disponibili a BCSM, saranno discussi con ogni singola banca per identificare i piani di ricapitalizzazione necessari. Per gli npl ci sarà una gestione pubblica attraverso una bad bank di sistema. La centrale rischi verrà resa operativa non appena sarà esaurito il confronto di Bcsm con le banche, entro il mese di ottobre, prima cioè degli Annual Meetings del FMI che si terranno a Washington. Celli parla anche del rafforzamento della vigilanza di Banca Centrale.
Su Cassa il progetto è chiaro: “vogliamo – dice Celli – assegnargli il ruolo di pivot del sistema”. Il suo bilancio presenta criticità inequivocabili. Si parla di perdite di 80 milioni di euro. Forse anche superiori. C'è esigenza di ricapitalizzazione. “Asset Banca, invece, è una realtà gravemente deteriorata come certificato dal commissariamento, con un forte deficit di capitale, con procedure e gestione interne irrecuperabili e molti aspetti di opacità e di potenziale illegalità”. La soluzione? Il Governo sta caldeggiando una qualche forma di cessione a Cassa di Risparmio. Si conferma, quindi, l'ipotesi sostenuta dal Segretario della Csdl una settimana fa. “Occorre estirpare – dice Celli - le patologie presenti nel sistema attraverso un’opera di bonifica che elimini le zone di opacità, che riduca i fenomeni distorsivi e le illegalità e che incentivi comportamenti virtuosi orientati al rispetto del principio della sana e prudente amministrazione”. Aspetto importante riguarda il personale bancario. Sono circa 650 le persone che attualmente lavorano nel settore bancario. Il Segretario si rivolge a loro, dicendo che il Governo vive questa delicatissima fase con angoscia e inquietudine. “Non stiamo affrontando a cuor leggero i problemi che coinvolgono centinaia di famiglie, stiamo lavorando in silenzio con realismo”. Nel progetto di ristrutturazione che il Governo, insieme a BCSM, sta definendo, non si esclude che si vengano a materializzare esuberi di personale nella varie istituzioni bancarie. L'impegno è contenere il più possibile il numero delle persone che perderanno il loro posto di lavoro. Si stanno già valutando alcune ipotesi di misure a tutela dell’occupazione: forme di solidarietà tra lavoratori, incentivazione del part-time e percorsi di pensionamento anticipato. Prendono la parole le opposizioni e l'aria diventa incandescente.
Marianna Bucci parte con una domanda: un imprenditore serio avrebbe voglia di fare impresa a San Marino? La risposta e no. Critica un commissariamento che sì andava fatto ma nel modo giusto, con trasparenza, indicando le scadenze temporali. Presenta un odg a nome di Democrazia in Movimento per rendere pubblici entro il 26 maggio i nominativi dei primi 30 debitori insolventi; quelli dei primi 30 grandi debitori di ogni istituto in cui lo Stato è intervenuto; i dati sulla provenienza della raccolta determinando profili di responsabilità. Si vuole inoltre sensibilizzare i dipendenti delle banche per farli diventare parte attiva. La Dc interviene in blocco. Sulla relazione di Celli – dice Pasquale Valentini - avanzano inquietanti domande. Chi è l'autore di questo progetto? Dove nasce? E' di Banca Centrale o del Governo? L'accusa che torna – forte – è quella di un Governo che ha delegato a Bcsm le strategie che riguardano il comparto economico. C'è un vizio fin dall'origine: nel mirino un Presidente che non appena insediato già metteva in allarme sul sistema dicendo che era sull'orlo del baratro. Grais e Savorelli – accusano - guidano le sorti del paese. Assistiamo all'esautoramento delle funzioni di Bcsm. Cardelli ironizza parlando di una Banca Grande e Generale.
“Oggi è stato dato il de profundis all'Asset banca” - dice Iro Belluzzi che fa notare che mai il livello aveva raggiunto tale tifoseria. Svela, poi, che a latere della commissione finanze ha sentito Celli che riferiva a qualche collega di maggioranza che sarebbero già pronti finanziamenti per ripianare la ricapitalizzazione del settore. Teme che San Marino abdichi a qualche finanziatore esterno e chiede che prima di avviare percorsi di indebitamento si voti in Consiglio con la maggioranza qualificata. Poi torna a chiedere sui rapporti con l'Italia. "Il percorso è condiviso? Vogliamo portare nella Repubblica un hub della finanza islamica con quello che sta accadendo nel mondo?” E' il turno del Ps. Per Mancini non è rispettoso delle regole istituzionali affrontare l'ennesimo dibattito sul tema in Comma Comunicazioni. Parla di un Commissariamento con zone d'ombra, “certe fasi – dice - andavano gestite con prudenza”. Poi si rivolge ai consiglieri di maggioranza, a coloro che sono rimasti in silenzio anche durante l'audizione di ieri. “Non è bello che nei dibattiti non si senta la vostra voce. Non avete dubbi?” Il Ps chiede di vedere al più presto il piano di risanamento. Nel mezzo c'è la tenuta della sovranità del paese. "Prima di svenderla - invita Denise Bronzetti - parliamone".
Risponde Tony Margiotta: "Noi siamo compatti. Segretari e Capigruppo parlano per la maggioranza. Abbiamo un unico obiettivo: risollevare l'economia e l'immagine di San Marino non per tutelare qualche personaggio ma solo per l'interesse del paese." Fabrizio Francioni ed Eva Guidi ricordano che in campagna elettorale non c'era l'illusione che sarebbe stato un compito facile. “Fare passare per semplice qualcosa di complicato è una forma di populismo. Pratica – dice Francioni - che lasciamo ad altri”. Rilevano la mala gestione in istituzioni bancarie e l'obiettivo primario di dare credibilità al settore. “Non facciamoci irretire da chi urla e sbraita perché non fa il bene del paese”. Eva Guidi ricorda che non è mancata la condivisione delle informazioni ed è chiaro che per affrontare un problema con radici così profonde è necessario cercare convergenze. “Se si fosse affrontato il problema per tempo – conclude - forse non saremmo a questo punto”. Nicola Selva alza la voce: vogliamo salvare il sistema. Permettergli di operare a livello internazionale. Questo significa cambiare. E allora perché non ci troviamo d'accordo? Non avete capito o fate finto di cosa è successo. Se viene confermata la notizia che il nostro sistema bancario ha deficit di circa 500 milioni di euro, sapete cosa vuol dire? Che in questi anni sono stati bruciati centinaia di milioni.
Ed ora lo Stato è costretto ad intervenire. "Basta fare guerre politiche che non servono a nessuno". Qualcuno in maggioranza come Alessandro Bevitori ammette che forse sono stati commessi errori ma si è agito per tutelare il paese gestendo danni ereditati dal passato. Sul clima politico pesante interviene Luca Santolini che torna sull'hackeraggio subito dalla sua coalizione stigmatizzando chi nell'opposizione ha strumentalizzato l'accaduto alimentando lo scontro sociale. C'è qualcuno – dice - che tenta vuole trasformare la politica nella lotta nel fango. La politica deve avere regole. Combatterò perché vengano rispettate”. Riguardo a Bcsm "il dialogo istituzionale deve essere concreto", afferma Matteo Ciacci che mette in guardia le opposizioni: immobilismo e caos mantengono lo status quo.
Su Cassa il progetto è chiaro: “vogliamo – dice Celli – assegnargli il ruolo di pivot del sistema”. Il suo bilancio presenta criticità inequivocabili. Si parla di perdite di 80 milioni di euro. Forse anche superiori. C'è esigenza di ricapitalizzazione. “Asset Banca, invece, è una realtà gravemente deteriorata come certificato dal commissariamento, con un forte deficit di capitale, con procedure e gestione interne irrecuperabili e molti aspetti di opacità e di potenziale illegalità”. La soluzione? Il Governo sta caldeggiando una qualche forma di cessione a Cassa di Risparmio. Si conferma, quindi, l'ipotesi sostenuta dal Segretario della Csdl una settimana fa. “Occorre estirpare – dice Celli - le patologie presenti nel sistema attraverso un’opera di bonifica che elimini le zone di opacità, che riduca i fenomeni distorsivi e le illegalità e che incentivi comportamenti virtuosi orientati al rispetto del principio della sana e prudente amministrazione”. Aspetto importante riguarda il personale bancario. Sono circa 650 le persone che attualmente lavorano nel settore bancario. Il Segretario si rivolge a loro, dicendo che il Governo vive questa delicatissima fase con angoscia e inquietudine. “Non stiamo affrontando a cuor leggero i problemi che coinvolgono centinaia di famiglie, stiamo lavorando in silenzio con realismo”. Nel progetto di ristrutturazione che il Governo, insieme a BCSM, sta definendo, non si esclude che si vengano a materializzare esuberi di personale nella varie istituzioni bancarie. L'impegno è contenere il più possibile il numero delle persone che perderanno il loro posto di lavoro. Si stanno già valutando alcune ipotesi di misure a tutela dell’occupazione: forme di solidarietà tra lavoratori, incentivazione del part-time e percorsi di pensionamento anticipato. Prendono la parole le opposizioni e l'aria diventa incandescente.
Marianna Bucci parte con una domanda: un imprenditore serio avrebbe voglia di fare impresa a San Marino? La risposta e no. Critica un commissariamento che sì andava fatto ma nel modo giusto, con trasparenza, indicando le scadenze temporali. Presenta un odg a nome di Democrazia in Movimento per rendere pubblici entro il 26 maggio i nominativi dei primi 30 debitori insolventi; quelli dei primi 30 grandi debitori di ogni istituto in cui lo Stato è intervenuto; i dati sulla provenienza della raccolta determinando profili di responsabilità. Si vuole inoltre sensibilizzare i dipendenti delle banche per farli diventare parte attiva. La Dc interviene in blocco. Sulla relazione di Celli – dice Pasquale Valentini - avanzano inquietanti domande. Chi è l'autore di questo progetto? Dove nasce? E' di Banca Centrale o del Governo? L'accusa che torna – forte – è quella di un Governo che ha delegato a Bcsm le strategie che riguardano il comparto economico. C'è un vizio fin dall'origine: nel mirino un Presidente che non appena insediato già metteva in allarme sul sistema dicendo che era sull'orlo del baratro. Grais e Savorelli – accusano - guidano le sorti del paese. Assistiamo all'esautoramento delle funzioni di Bcsm. Cardelli ironizza parlando di una Banca Grande e Generale.
“Oggi è stato dato il de profundis all'Asset banca” - dice Iro Belluzzi che fa notare che mai il livello aveva raggiunto tale tifoseria. Svela, poi, che a latere della commissione finanze ha sentito Celli che riferiva a qualche collega di maggioranza che sarebbero già pronti finanziamenti per ripianare la ricapitalizzazione del settore. Teme che San Marino abdichi a qualche finanziatore esterno e chiede che prima di avviare percorsi di indebitamento si voti in Consiglio con la maggioranza qualificata. Poi torna a chiedere sui rapporti con l'Italia. "Il percorso è condiviso? Vogliamo portare nella Repubblica un hub della finanza islamica con quello che sta accadendo nel mondo?” E' il turno del Ps. Per Mancini non è rispettoso delle regole istituzionali affrontare l'ennesimo dibattito sul tema in Comma Comunicazioni. Parla di un Commissariamento con zone d'ombra, “certe fasi – dice - andavano gestite con prudenza”. Poi si rivolge ai consiglieri di maggioranza, a coloro che sono rimasti in silenzio anche durante l'audizione di ieri. “Non è bello che nei dibattiti non si senta la vostra voce. Non avete dubbi?” Il Ps chiede di vedere al più presto il piano di risanamento. Nel mezzo c'è la tenuta della sovranità del paese. "Prima di svenderla - invita Denise Bronzetti - parliamone".
Risponde Tony Margiotta: "Noi siamo compatti. Segretari e Capigruppo parlano per la maggioranza. Abbiamo un unico obiettivo: risollevare l'economia e l'immagine di San Marino non per tutelare qualche personaggio ma solo per l'interesse del paese." Fabrizio Francioni ed Eva Guidi ricordano che in campagna elettorale non c'era l'illusione che sarebbe stato un compito facile. “Fare passare per semplice qualcosa di complicato è una forma di populismo. Pratica – dice Francioni - che lasciamo ad altri”. Rilevano la mala gestione in istituzioni bancarie e l'obiettivo primario di dare credibilità al settore. “Non facciamoci irretire da chi urla e sbraita perché non fa il bene del paese”. Eva Guidi ricorda che non è mancata la condivisione delle informazioni ed è chiaro che per affrontare un problema con radici così profonde è necessario cercare convergenze. “Se si fosse affrontato il problema per tempo – conclude - forse non saremmo a questo punto”. Nicola Selva alza la voce: vogliamo salvare il sistema. Permettergli di operare a livello internazionale. Questo significa cambiare. E allora perché non ci troviamo d'accordo? Non avete capito o fate finto di cosa è successo. Se viene confermata la notizia che il nostro sistema bancario ha deficit di circa 500 milioni di euro, sapete cosa vuol dire? Che in questi anni sono stati bruciati centinaia di milioni.
Ed ora lo Stato è costretto ad intervenire. "Basta fare guerre politiche che non servono a nessuno". Qualcuno in maggioranza come Alessandro Bevitori ammette che forse sono stati commessi errori ma si è agito per tutelare il paese gestendo danni ereditati dal passato. Sul clima politico pesante interviene Luca Santolini che torna sull'hackeraggio subito dalla sua coalizione stigmatizzando chi nell'opposizione ha strumentalizzato l'accaduto alimentando lo scontro sociale. C'è qualcuno – dice - che tenta vuole trasformare la politica nella lotta nel fango. La politica deve avere regole. Combatterò perché vengano rispettate”. Riguardo a Bcsm "il dialogo istituzionale deve essere concreto", afferma Matteo Ciacci che mette in guardia le opposizioni: immobilismo e caos mantengono lo status quo.
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