Il piano industriale di Carisp è stato consegnato ad opposizione, categorie e parti sociali. Ad illustrarlo il Presidente del Cda Nicola Romito che ha confermato che lascerà l'incarico quando l'Assemblea dei Soci avrà ratificato il bilancio. I 534 milioni di perdite di Carisp – come noto – verranno spalmati in 25 anni. Per questioni operative, solo 485 sono accantonabili con il Decreto 5-ter. Rimangono quindi da coprire subito 49 milioni a cui vanno aggiunti quelli calcolati nel piano di ammortamento. È previsto un inizio “soft”, con cinque milioni per i primi due anni e 10 per gli altri tre. Per i restanti 20 lo Stato dovrà pagare 22 milioni e 300 mila euro l'anno. Quella del 2016, quindi, la “rata” più salata: 54 milioni. Queste, le modalità operative del Decreto. Le linee strategiche per il rilancio passano invece dall'integrazione di Asset, pulizia dei bilanci e aumento di capitale: Carisp sarà suddivisa in Bad bank e Good Bank. La prima sarà una società di gestione pubblica in cui confluiranno gli npl, compreso Delta. La good bank dovrà tornare a fare utili. Si guarda alla riforma della giustizia, per velocizzare tempi di recupero e aste immobiliari.
Importante il capitolo dedicato ai dimensionamenti. Alle 11 filiali di Carisp si aggiungono le 6 di Asset. Se ne vogliono chiudere 8, passando da 17 a 9. Si mettono in conto esuberi di personale. I dipendenti dei due istituti di credito sono 181. Il target è di 110: 58 nelle filiali e 52 nelle strutture centrali. Dei 71 rimanenti, 46 verranno gestiti attraverso leve ad hoc, vale a dire: pensionamenti, part time, riduzione dell'orario lavorativo, non rinnovo di frontalieri e contratti a tempo determinato di Asset. Da valutare l'accrescimento delle competenze per eventuale reimpiego nella bad bank. Ieri l'opposizione non ha risparmiato critiche. “Certe informazioni – dice – potevano essere date prima”. La maggioranza difende una scelta che definisce di trasparenza e chiarezza su perdite da coprire compatibilmente con il bilancio dello Stato. Adesso.sm promette concertazione sul Direttore Generale e un membro nominato dalla minoranza nel cda di Carisp che – come annunciato – verrà azzerato entro settembre. Il nuovo cda potrebbe voler lavorare ad un proprio piano industriale, “con ulteriore perdita tempo” – teme l'opposizione, “ma quello presentato ieri – spiegano dalla maggioranza – rappresenterà un buon punto di partenza”.
MF
Importante il capitolo dedicato ai dimensionamenti. Alle 11 filiali di Carisp si aggiungono le 6 di Asset. Se ne vogliono chiudere 8, passando da 17 a 9. Si mettono in conto esuberi di personale. I dipendenti dei due istituti di credito sono 181. Il target è di 110: 58 nelle filiali e 52 nelle strutture centrali. Dei 71 rimanenti, 46 verranno gestiti attraverso leve ad hoc, vale a dire: pensionamenti, part time, riduzione dell'orario lavorativo, non rinnovo di frontalieri e contratti a tempo determinato di Asset. Da valutare l'accrescimento delle competenze per eventuale reimpiego nella bad bank. Ieri l'opposizione non ha risparmiato critiche. “Certe informazioni – dice – potevano essere date prima”. La maggioranza difende una scelta che definisce di trasparenza e chiarezza su perdite da coprire compatibilmente con il bilancio dello Stato. Adesso.sm promette concertazione sul Direttore Generale e un membro nominato dalla minoranza nel cda di Carisp che – come annunciato – verrà azzerato entro settembre. Il nuovo cda potrebbe voler lavorare ad un proprio piano industriale, “con ulteriore perdita tempo” – teme l'opposizione, “ma quello presentato ieri – spiegano dalla maggioranza – rappresenterà un buon punto di partenza”.
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