Lui si chiama Lupo Daturi è uno studente di scuola elementare e ha soltanto 9 anni. Anche lui come tantissimi suoi "colleghi scolari" sta passando il tempo cercando di sopportare nel migliore dei modi l'isolamento forzato della quarantena, ma con una idea in più... e che idea! Docenti e genitori sono molto preoccupati delle condizioni dei piccoli visto il protrarsi delle restrizioni, soprattutto di come stanno reagendo a questa forzata manzanza di socialità verso i loro compagni e amici. Molti hanno scoperto le gioie della lettura, altri si sono lanciati nel mondo dell'arte con matite colorate o colori ad acqua, altri hanno deciso di esplorare il mondo del web e poi c'è Lupo, 9 anni da Binasco che ha creato un videogame in cui la sua astronave combatte il "coronavirus" in una lotta senza quartiere ,ma rigorosamente "spaziale".
Titolo dell'avventura: "Cerba-20 VS Covid-19". Il nome non è proprio frutto esclusivo della fantasia di Lupo, ma lo ha preso a prestito dall' azienda nella quale lavora il papà Marco che è una di quelle che sta davvero lottando cotro il Covid-19 e purtroppo, senza astronavi dai raggi laser. Lupo è un bambino con molti interessi tra i quali lo sport, musica e naturalmente i videogiochi, fa parte della community virtuale "CoderDojo", movimento no-profit internazionale irlandese che cerca di avvicinare bambini e ragazzi all'informatica attraverso la realizzazione di club di programmazione gratuiti, forse proprio da quast'ultima nasce l'idea di fare uno gioco elettronico tutto suo. Il videogame è stato infatti creato attraverso il software didattico Scratch, utilizzato nelle scuole per insegnare ai ragazzi le nozioni basilari del coding.
L'idea dello studente era di creare uno spazio virtuale in cui poter sfidare a distanza compagni di classe e amici.Riceve richieste anche dai suoi insegnanti per programmare qualcosa di utile, non solo giochi", ha affermato suo padre in un'intervista. Il gameplay è quello tipico dello "Sparatutto a scorrimento" dove però all'interno si possono trovare anche elementi investigativi, infatti si deve stanare il covid-19 per poi poterlo affrontare e distruggere. Il bello è proprio che il virus si presenta con le sue fattezze originali e il giocatore nei panni del comandante della navicella spaziale una volta riconosciuto lo deve distruggere a suon di raggi laser, mine spaziali, razzi e per proteggersi uno scudo. Sembra più uno scontro tra astronavi e Lupo avrebbe pensato questo gioco per poter coinvolgere a distanza i suoi compagni di scuola. La mamma non si dice preoccupata per le battute che inevitabilmente arrivano, ma lei sostiene e difende Lupo assicurando che non è uno secchione, ma al contrario è molto felice per la bella cosa creata dal figlio, che riceve richieste di gioco anche dai docenti della sua scuola.