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I nomignoli dettati dall'amore

Quando si ama si tende a dare soprannomi al partner sempre con riferimenti all'essere cuccioli

di Mirco Zani
30 mar 2021

Una recente ricerca neurolinguistica sostiene che utilizzare appellativi anche rasenti all'infantile pare faccia davvero bene alla coppia e all'amore in generale. Quando si è innamorati si tende a dare dei soprannomi che poi diventano il modo e la maniera con la quale ci si chiama e si comunica. Pare che sia il sigillo di coppia solida, il chiamarsi in modi buffi, le coppie più affiatate usano questi nomi come una sorta di codice che avrebbe la funzione di fare la differenza creando un misto di tenerezza, ma al tempo stesso di leggerezza e ironica ridicolaggine che farebbe bene al rapporto.






I più gettonati, se si escludono i canonici: amore, tesoro e il gettonatissimo cucciolo sono orsacchiotto, passerotto per poi arrivare agli astratti tipo pucci pucci. Il vezzeggiativo infantile non pone limiti e pare fare tutti bene all’intesa di coppia, ma non solo, più sono infantili e più si consolida il legame. Questo modo di parlare ha radici nel nostro trascorso infantile e più precisamente a come ci chiamavano i nostri genitori per cui lo si associa al comunicare intimità e affetto. Volendo analizzare la questione da un punto di vista squisitamente scientifico la responsabile di tale comportamento è la dopamina che attivandosi genera benessere sia negli adulti innamorati che nei bambini. Ovviamente il consiglio rimane di utilizzare tali vezzeggiativi nell'intimità domestica piuttosto che in pubblico, a tutela della coppia.


E se davvero fosse questo il segreto dell’amore?











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