Siamo ad un mese dallo scoccare del "lockdown" e uno studio scientifico condotto su 369 persone, tutti lavoratori cinesi, sottoposte al periodo di quarantena.Lo studio che è stato condotto in 64 città cinesi sottoposte a decreto restrittivo, dall'ateneo australiano di Adelaide e diretto da Stephen Zhang ha fatto emergere che i soggetti più a rischio sono senz'altro gli adulti, quelli con pregressi problemi di salute. Un mese di loockdown, secondo questo studio, può compromettere la salute mentale e fisica delle persone costrette a casa per cercare di frenare il coronavirus, risultando che la soddifazione generale si abbassa e con lei calano i valori anche della salute fisica e mentale.
E' emerso inoltre che di tutto il campione oltre un individuo su quattro ha continuato a recarsi in ufficio, il 38% è passato allo smart-working e uno su 4, ovvero, il 25%, ha dovuto smettere di lavorare a causa della quarantena. Quelli più a rischio son risultati i soggetti che già soffrivano di patologie pregresse e dunque con problemi legati al diabete o altre tipologie di malattie croniche, a ruotai soggetti che hanno dovuto smettere di lavorare come conseguenza del lockdown. Di contro è invece emerso dallo studio che i meno soddisfatti della loro vita durante il lockdown sono risultati i più fisicamente attivi, risultato che secondo i ricercatori sarà necessario verificare in ulteriori studi.
Il coautore dello studio Andreas Rauch dell'università di Sidney ha poi sottolineato come si aspettassero che gli adulti che hanno dovuto smettere di lavorare ne avrebbero risentito in termini di salute fisica e mentale, nonché forte stress, rilevando invece che il lavoro aiuta le persone a trovare un senso alla propria vita e offre loro anche una routine quotidiana, particolarmente importante durante la pandemia globale.