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La birra che viene dal sole

Prodotta in un microbirrificio francese, alimentato dal calore del sole grazie a un ingegnoso sistema di specchi.

di Roberto Bagazzoli
21 ago 2024
Foto di ELEVATE per Pexel
Foto di ELEVATE per Pexel

Si chiama Hélie la birra prodotta in un microbirrificio francese, alimentato dal calore del sole grazie a un ingegnoso sistema di specchi. L’idea è nata da Romain Zamboni, ingegnere appassionato di soluzioni low-tech e fondatore del birrificio.

Per produrre Hélie, è necessario innanzitutto scaldare l’acqua da mescolare con il malto. Per eseguire questa operazione, il birrificio utilizza tre pannelli solari termici, posizionati nel cortile del birrificio, che riscaldano il serbatoio dell’impianto.

L’ottenimento del mosto richiede un’attenta miscelazione: i produttori devono mantenere il liquido a una temperatura costante di 66°C, portandolo prima a ebollizione e poi regolando con acqua fredda fino a raggiungere la temperatura desiderata.

Questa operazione richiede una grande quantità di energia, alla quale Hélie ha ovviato grazie a un sistema di specchi sviluppato dall’azienda finlandese Lytefire. Gli specchi, attraverso un gioco di riflessi, concentrano la luce del sole sul contenitore del mosto, e il sistema è in grado di garantire il massimo sfruttamento della luce grazie al montaggio su ruote, che permette di seguire la traiettoria del sole durante l’arco della giornata.

Una volta ottenuto il mosto, la cotta viene rapidamente raffreddata fino a una temperatura di 25°C utilizzando acqua fredda, riciclata nel sistema di riscaldamento iniziale.

La fermentazione e la trasformazione in birra avviene grazie all’aggiunta di zuccheri e richiede un periodo di mantenimento a temperatura stabile, che può durare fino a diverse settimane Una volta pronta, Hélie viene imbottigliata e distribuita in bottiglie a rendere, per ridurre al minimo gli sprechi di vetro.





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