La VL Pesaro ha presentato all'hotel Excelsior l'ala grande americana Shaquille McKissic. Classe '90 McKissic arriva dal college di Arizona State, cui arrivò grazie a un video coi suoi numeri migliori, che lui stesso aveva spedito a più di cento atenei di Division 1. L'ultima buona stagione (per lui 12 punti, 5 rimbalzi e quasi 2 assist di media) lo ha lanciato in orbita NBA, regalandogli tanti minuti in Summer League con i Sacramento Kings.
McKissic è un esterno molto forte fisicamente e dotato di discreto atletismo. Potente quando attacca il canestro in palleggio, ha tra le sue caratteristiche una buona realizzazione con palleggio arresto e tiro, con raggio di tiro fino alla linea dei 3 punti. Mastino in difesa con ampi margini di miglioramento in ogni settore, predilige il gioco duro ed i contatti anche spalle a canestro o per conquistare rimbalzi.
“Shaq” ha alle spalle una storia delicata di forte disagio sociale. Il padre abbandona la famiglia quando è piccolo, la madre lascia l'Indiana per Seattle e sposa un pastore, salvo tornare indietro – senza di lui – dopo il divorzio. Rimasto solo, nel 2009 viene condannato a due anni di libertà vigilata per aver tentanto di rapinare un appartamento con alcuni amici. Poi lo sfratto, un periodo da homeless e altri tre mesi di prigione. Poi il cambiamento: inizia a lavorare, mette da parte 500 dollari e si iscrive all'Edmonds College, in modo da poter ricominciare, dopo due anni di inattività, a giocare a basket. Che ora -quello con la VL è il suo primo contratto da professionista - è il suo lavoro. In campo indossa da sempre la maglia 40: è il numero con cui scendeva in campo il suo migliore amico, ucciso cinque anni fa da un colpo di pistola davanti a casa.
McKissic è un esterno molto forte fisicamente e dotato di discreto atletismo. Potente quando attacca il canestro in palleggio, ha tra le sue caratteristiche una buona realizzazione con palleggio arresto e tiro, con raggio di tiro fino alla linea dei 3 punti. Mastino in difesa con ampi margini di miglioramento in ogni settore, predilige il gioco duro ed i contatti anche spalle a canestro o per conquistare rimbalzi.
“Shaq” ha alle spalle una storia delicata di forte disagio sociale. Il padre abbandona la famiglia quando è piccolo, la madre lascia l'Indiana per Seattle e sposa un pastore, salvo tornare indietro – senza di lui – dopo il divorzio. Rimasto solo, nel 2009 viene condannato a due anni di libertà vigilata per aver tentanto di rapinare un appartamento con alcuni amici. Poi lo sfratto, un periodo da homeless e altri tre mesi di prigione. Poi il cambiamento: inizia a lavorare, mette da parte 500 dollari e si iscrive all'Edmonds College, in modo da poter ricominciare, dopo due anni di inattività, a giocare a basket. Che ora -quello con la VL è il suo primo contratto da professionista - è il suo lavoro. In campo indossa da sempre la maglia 40: è il numero con cui scendeva in campo il suo migliore amico, ucciso cinque anni fa da un colpo di pistola davanti a casa.
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