174 chilometri da Orihuela a Cumbre del Sol per un responso pressoché definitivo. La Vuelta ha un solo padrone, ed è Chris Froome. E tutti gli avversari a pensare ogginella giornata di riposo a cosa potersi inventare per metterlo in difficoltà. Certo che la salita finale della tappa di ieri non ha dato risposte confortanti al gruppo che si è preso una lezione severa dal leader. A cominciare da Vincenzo Nibali e Fabio Aru che hanno perso la ruota del trattore belga e preso distacchi importanti misurati nell'ordine di 14 e 17 secondi. Froome padrone protetto dal Team Sky che si mette a scudo sempre con lo stesso cliché. Alternanza degli uomini più in palla in testa al gruppo a sfiancare gli avversari: gli ultimi quattro chilometri di ieri sono stati aggrediti da un grandissimo Diego Rosa. Uno lavoro di testa e di gamba fino agli 800 metri con Froome in tutto il tratto di salita in testa a controllare gli avversari e consultarsi con l'ammiraglia perché davanti c'era l'azione di Bardet, Mas e Carapaz. Ma senza accordo, Sky ricuce in breve. L'ultima idea è di De La Cruz, ma il ritmo violento imposto dal gruppo non permette colpi d'ala. Froome esce dal guscio e se la prende, la tappa. Con segnali precisi di come al netto di rivoluzioni, crolli o eventi imprevedibili, possa prendersi la Vuelta.
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