In attesa dell'ostica salita di San Luca, è Piazza Maggiore a dare il benvenuto ai 176 corridori – divisi in 22 squadre – che si daranno battaglia nelle 21 tappe del Giro d'Italia. Si parte domani – da Bologna appunto – e si arriva a Verona, il 2 giugno. Due delle tre cronometro individuali previste, alle quali, nel mezzo, si aggiunge la Riccione-San Marino, tappa n°9 e in programma il 19 maggio. Si apre e si chiude con le prove contro il tempo, che dunque avranno un ruolo decisivo. In particolare proprio la Wine Stage biancazzurra, non meno complicata delle cinque tappe ad alta difficoltà. Ossia le ultime della seconda settimana – gli arrivi in salita di Ceresole Reale e Courmayeur e quello di Como – la prima della terza settimana – la Lovere-Ponte di Legno, che prevede il Gavia e il Mortirolo – e la penultima, ossia il traguardo in salita di Croce d'Aune.
Per vincere si dovrà brillare nelle crono e nelle scalate, motivo per cui i favoritissimi sono Primoz Roglic e Tom Dumoulin. Lo sloveno della Jumbo è stato tra i migliori nella fase pre Corsa Rosa, facendo suoi sia il Giro di Romandia – con tre tappe in saccoccia – che la Tirreno-Adriatico. L'olandese della Sunweb ha dalla sua il successo del 2017, altra edizione da cronoman, e il suo essere un vero fenomeno nelle corse contro il tempo, con 5 medaglie iridate e un argento olimpico. Dopo di loro c'è Simon Yates, già dominatore delle prime settimane della scorsa edizione prima del tracollo che ha consegnato la Rosa a Froome. Il britannico sostiene di aver fatto tesoro degli errori e può contare su un'ottima Mitchelton-Scott, nelle cui fila conta anche Nieve e Chaves. Per contro dovrà essere bravo a difendersi nelle crono, non proprio il suo punto forte. E poi c'è Vincenzo Nibali, cresciuto molto di condizione nelle classiche del Nord e pronto a dare la caccia al suo terzo Giro. Col siciliano della Bahrain si chiude il quartetto di big, ma occhio a non sottovalutare gli outsider Miguel Angel Lopez, dell'Astana, e Mikel Landa, della Movistar. Fuori concorso la Emirates – che senza l'infortunato Aru è priva di uomini da classifica – e l'erede della Sky, la Ineos, che si presenta con tanti giovani interessanti. In primis Sivakov e Geoghegan Hart, primo e secondo al Tour des Alpes.