Al Giro che è d'Italia su strade che italiane non sono, vince un italiano. Elia Viviani. Il campione olimpico della pista fa sua la volata della Haifa-Tel Aviv, secondo tappa e prima frazione in linea. Cambia anche la maglia rosa che Dumoulin cede a Rohan Dennis grazie agli abbuoni conquistati nei traguardi volanti. Adesso l’ex primatista mondiale dell’Ora guida la classifica proprio davanti all’olandese, ma con un solo secondo di vantaggio. L’assenza dei mostri della velocità rende avvicenti e caotici gli ultimi dieci chilometri nei quali un po' tutte le squadre si messe in testa nel tentativo di pilotare il proprio sprinter. Manovre che non hanno risparmiato nemmeno il team Sky intenzionato a proteggere capitan Froome. Persa la ruota dei pilota Sabatini, Viviani è bravissimo a giocarsela da solo tra una decina di avversari per prendere la ruota di Marezcko che aveva preso il largo. Fosse scattato 50 metri più tardi, probabilmente non ci sarebbe stato più spazio. Quattro azzurri nei primi dieci: Bonifazio quarto, Modolo quinto e il romagnolo Belletti ottavo.
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