Sarà il primo Masters senza italiani dopo cinque anni quello che andrà in scena dal 9 al 12 aprile sul green dello storico percorso dell'Augusta National, ad Augusta in Georgia e che ospiterà la 79/a edizione del Masters Tournament di golf. C'erano state tre presenze nel 2010 (i due Molinari e Manassero), e due nelle stagioni successive (i due Molinari 2011-2012 e Manassero e Francesco Molinari 2013-2014), mentre questa volta nessuno è riuscito a qualificarsi essendo i migliori giocatori italiani tutti oltre il 50/o nell'ordine di merito e non rientrando in nessuna delle 19 categorie di ammissione.
"Mi spiace non essere presente al mio 6/o Masters consecutivo. Spero di tornare presto protagonista", la promessa di Francesco Molinari via twitter. Tre i personaggi che calamitano l'attenzione della vigilia: il nordirlandese Rory McIlroy, n.1 mondiale, grande favorito e teso a completare il grande slam, dopo aver già vinto gli altri tre major, Bubba Watson campione uscente, e Tiger Woods, che non gode dei favori del pronostico, ma che con la sua presenza, all'ennesimo rientro dopo i continui infortuni, darà sicuramente un altro sapore al torneo.
"Voglio essere in campo in una gara per me molto importante. Ho lavorato molto e non vedo l'ora di cominciare", ha fatto sapere la settimana scorsa Woods. McIlroy ha un brutto ricordo del Masters, perché nel 2011 ne buttò via uno praticamente vinto. Ora è nelle condizioni migliori per arrivare al titolo. Anche Watson ha tutto per puntare al tris, ma con lui mai dire mai. Può essere grande protagonista o finire nell'anonimato, tuttavia con due giacche verdi nell'armadio conquistate in tre anni, anche se in mezzo c'è un 50/o posto, è difficile non concedergli fiducia.
In un evento al quale prendono parte praticamente tutti i migliori giocatori del mondo, è difficile avventurarsi nelle previsioni. Non è al top, anche se sembra in crescendo, Phil Mickelson, così come merita considerazione il giovanissimo Jordan Spieth, 22 anni, 2/o lo scorso anno e battuto domenica scorsa dopo playoff nello Houston Open. E' praticamente un cliente fisso dell'alta classifica con tre vittorie nel PGA Tour, due ufficiali e una non ufficiale. Stesso credito, o quasi, per Keegan Bradley, Patrick Reed e Dustin Johnson, il cui rientro dopo il lungo stop è stato ampiamente positivo, e per l'australiano Adam Scott. Hanno belle carte da giocare Matt Kuchar, Jimmy Walker, Webb Simpson, Jim Furyk, gli inglesi Luke Donald, Justin Rose e Ian Poulter, il tedesco Martin Kaymer, i sudafricani Louis Oosthuizen e Charl Schwartzel, il nordirlandese Graeme McDowell e lo svedese Henrik Stenson. Il montepremi è di nove milioni di dollari.
"Mi spiace non essere presente al mio 6/o Masters consecutivo. Spero di tornare presto protagonista", la promessa di Francesco Molinari via twitter. Tre i personaggi che calamitano l'attenzione della vigilia: il nordirlandese Rory McIlroy, n.1 mondiale, grande favorito e teso a completare il grande slam, dopo aver già vinto gli altri tre major, Bubba Watson campione uscente, e Tiger Woods, che non gode dei favori del pronostico, ma che con la sua presenza, all'ennesimo rientro dopo i continui infortuni, darà sicuramente un altro sapore al torneo.
"Voglio essere in campo in una gara per me molto importante. Ho lavorato molto e non vedo l'ora di cominciare", ha fatto sapere la settimana scorsa Woods. McIlroy ha un brutto ricordo del Masters, perché nel 2011 ne buttò via uno praticamente vinto. Ora è nelle condizioni migliori per arrivare al titolo. Anche Watson ha tutto per puntare al tris, ma con lui mai dire mai. Può essere grande protagonista o finire nell'anonimato, tuttavia con due giacche verdi nell'armadio conquistate in tre anni, anche se in mezzo c'è un 50/o posto, è difficile non concedergli fiducia.
In un evento al quale prendono parte praticamente tutti i migliori giocatori del mondo, è difficile avventurarsi nelle previsioni. Non è al top, anche se sembra in crescendo, Phil Mickelson, così come merita considerazione il giovanissimo Jordan Spieth, 22 anni, 2/o lo scorso anno e battuto domenica scorsa dopo playoff nello Houston Open. E' praticamente un cliente fisso dell'alta classifica con tre vittorie nel PGA Tour, due ufficiali e una non ufficiale. Stesso credito, o quasi, per Keegan Bradley, Patrick Reed e Dustin Johnson, il cui rientro dopo il lungo stop è stato ampiamente positivo, e per l'australiano Adam Scott. Hanno belle carte da giocare Matt Kuchar, Jimmy Walker, Webb Simpson, Jim Furyk, gli inglesi Luke Donald, Justin Rose e Ian Poulter, il tedesco Martin Kaymer, i sudafricani Louis Oosthuizen e Charl Schwartzel, il nordirlandese Graeme McDowell e lo svedese Henrik Stenson. Il montepremi è di nove milioni di dollari.
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