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Rio addio

22 ago 2016
Cerimonia di chiusura a Rio
Cerimonia di chiusura a Rio
Anche Rio si porta via le sue Olimpiadi che segnano ormai un secolo ampiamente avviato. Luogo di incontro di interessi (sopratutto,con buona pace dello spirito olimpico) e di confronti, sono state sempre più condizionate, se non più tanto dalla tv, dalle telecamere che poi riversano milioni di immagini su pc, iPad, cellulari e persino apparecchi televisivi. Bruciamo ormai immagini e con loro scompaiono le leggende. Il fotogramma che con una sola inquadratura racconta un evento a chi non lo vede (la borraccia fra Coppi e Bartali per capirsi e per fare un esempio fra i milioni che se ne potrebbero fare) crea la leggenda che nasce sempre dalla parola, dal racconto e non dalla visione diretta. Un evento lo si racconta,  se lo si mostra invece diventa cronaca, realtà e le leggende raramente sono compatibili con la realtà. Il cinema, la fotografia, la radio potevano è possono generare personaggi e episodi leggendari. Per la TV è impossibile.
In ogni caso Rio si chiude non tanto bene per San Marino che comunque ha mostrato con dignità la bandiera. Speranze deluse ma le speranze sono sempre una scommessa. L'importante è che il seme gettato dagli atleti sammarinesi continui. Serve sacrificio per fare sport a livello olimpico, servono rinunce quotidiane e lo sanno bene tutti gli atleti. Non tutti i giovani sono disponibili a questo e quindi dove già i numeri sono penalizzanti, diventa sempre più difficile trovare campioni. Eccellenze riconosciute ormai San Marino ne ha a cominciare dal tiro a volo ma non solo. I giovani campioni come Eugenio Rossi sanno scusarsi con se stessi e con gli altri, segno che Rio diventa un nuovo punto di partenza e non la fine di un percorso mentre le lacrime delle Perilli o di Federica Pellegrini raccontano le persone che ci sono dentro le tute.
Le medaglie italiane ci sono e sono tante. Buon segno. L'Italia occupa un posto importante nel medagliere internazionale nonostante sia ormai un mondo cannibalizzato dal calcio - business che di sport ormai ha ben poco. Giustamente i campioni italiani di tiro a segno sfottevano a Rio i giornalisti dicendo che si ricordano di loro ogni quattro anni. 
Infine le Olimpiadi dei diversamente vestiti, della paura di attentati che i testimoni dicono essere quasi palpabile, delle favelas indifferenti  ma anche di Rachele Bruni che dedica la sua medaglia alla sua famiglia e alla compagna di vita Diletta, scheggiando ancora una volta il vecchio muro della ipocrisia e dell'omertà  dove non è lecito dire certe cose, non è consentito vivere ció che si è.
È stata anche la prima volta che la Radiotelevisione di Stato sammarinese è stata accreditata ai Giochi. La redazione sportiva sia da Rio che da San Marino, in TV e sul web ha fatto uno straordinario lavoro a volte anche con difficoltà tecniche che ovviamente da casa non si vedono (come è giusto che sia). 
Grazie dunque da parte di RTV a tutti i nostri giornalisti, operatori di ripresa, di montaggio e di messa in onda per il lavoro fatto. Complimenti!

Carlo Romeo
Direttore Generale RTV

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