Coi suoi 118 chilometri la quindicesima tappa da Sabiñanigo a Sallent de Gallego è la più corta della Vuelta. Ma le misure si dice non contino, così quella della pequeña – che comunque nascondeva tre tosti GPM - potrebbe rivelarsi anche la giornata più spettacolare, nonché decisiva, della corsa. Sul traguardo di Aramon Formigal, Gianluca Brambilla replica lo squillo di Conti di venerdì imponendosi di un soffio sulla maglia rossa Quintana. Che, ora, grazie all'incredibile tracollo di Froome, ha in pugno la vittoria finale. Il terzo posto di Fabio Felline – cui si aggiungono il settimo di Davide Formolo e il decimo di Michele Scarponi – rende ancor più speciale la giornata azzurra.
Che Brambilla sia in palla lo si capisce fin dall'inizio: il vicentino va in fuga già al primo chilometro, subito seguito da Contador e Rovny. Quintana intuisce che si tratta di un momento chiave e si invola a sua volta, prendendo in contropiede un Froome ancorato in fondo al gruppo coi suoi gregari. Preso alla sprovvista il Team Sky si scioglie e il suo alfiere finisce a oltre due minuti dai primi. All'inizio della salita finale si arrende anche Contador e la vittoria resta un affare tra Brambilla e Quintana: il colombiano tira e sbuffa ma il vicentino resiste e all'arrivo lo stacca di appena 3”. Esulta Gianluca, ma Nairo, il cui vantaggio su Froome è salito da 54” a 3' 37”, di sicuro non si dispera. Anzi c'è da credere che stia ridendo a sua volta, sapendo che da qui a Madrid - se non fa sciocchezze - può limitarsi ad amministrare.
Che Brambilla sia in palla lo si capisce fin dall'inizio: il vicentino va in fuga già al primo chilometro, subito seguito da Contador e Rovny. Quintana intuisce che si tratta di un momento chiave e si invola a sua volta, prendendo in contropiede un Froome ancorato in fondo al gruppo coi suoi gregari. Preso alla sprovvista il Team Sky si scioglie e il suo alfiere finisce a oltre due minuti dai primi. All'inizio della salita finale si arrende anche Contador e la vittoria resta un affare tra Brambilla e Quintana: il colombiano tira e sbuffa ma il vicentino resiste e all'arrivo lo stacca di appena 3”. Esulta Gianluca, ma Nairo, il cui vantaggio su Froome è salito da 54” a 3' 37”, di sicuro non si dispera. Anzi c'è da credere che stia ridendo a sua volta, sapendo che da qui a Madrid - se non fa sciocchezze - può limitarsi ad amministrare.
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