Ci ha messo due settimane per convincere gli scettici e poi si è preso il Giro da vero padrone. Simon Yates per nulla fiaccato dallo Zoncolan di ieri va all'attacco e dà agli avversari il colpo che protrebbe anche essere definitivo. Tappa numero 15 e sigillo numero 3 per la maglia rosa che già aveva vinto a Campo Imperatore e Osimo. Un attacco talmente in anticipo rispetto alle attesa da fiaccare e avvilire la concorrenza. Sulla salita di Costalissoio saluta e se ne va, all'arrivo mancano ancora 18 km. Precedentemente all'attacco il Giro saluta un liquefatto Fabio Aru che transita sul Passo delle Tre Croci a 6'40'', ferma la squadra per cercare di raggiungere il traguardo entro il tempo massimo e valutare in serata il da farsi. C'è più di una voce sul probabile ritiro del sardo. Yates all'attacco, Froome accusa, mentre ad organizzare una controffensiva credibile è il solito generosissimo Pozzovivo che si porta dietro Lopez, Carapaz, Pinot e dopo una sofferenza iniziale anche Dumoulin. Il passo è buono e rispetto all'imprendibile maglia rosa il gap si riduce sotto il minuto e poi cala ancora. Ma sul traguardo di Sappada il britannico transita insalutato ospite con 41 secondi di vantaggio sul gruppetto inseguitore che comprende anche Dumoulin, Pozzovivo e Pinot. Gamba dura per Froome che prende 1'32'' e ora in classifica si trova a 4'52''. In classifica generale resistono Dumoulin a 2'11'', Pozzovivo 2'28'' e Pinot 2'37''. Capitolo Aru. Per arrivare, arriva. A 19'32'' e probabilmente non prenderà il via nella cronometro di martedi. Quella che forse deciderà un Giro che per lui, fallimento totale, non è mai cominciato.
Riproduzione riservata ©