Due blackout e un gioco poco incisivo costano caro alla Juve che a Oporto stecca l'andata degli ottavi di Champions League incassando una sconfitta per 2-1. Dopo appena 60 secondi dal fischio d'inizio, Bentancur alleggerisce su Szczęsny senza ravvedersi dell'arrivo di Taremi che in spaccata anticipa il portiere e porta il Porto in vantaggio. Dai bianconeri ci si aspetterebbe un'immediata reazione che invece rimane solo nelle intenzioni. Poche idee, gioco orizzontale e di occasioni neanche l'ombra.
La ripresa è una fotocopia della prima frazione: pronti, via e la squadra di Conceiçao raddoppia. Sulla sinistra la difesa non chiude su Marega che, in area, ha il tempo di stoppare e infilare Szczęsny sul palo più vicino. Solo con l'ingresso in campo di Morata e Ramsey, la Juve guadagna campo e all'83' accorcia con Chiesa, bravo a sfruttare un'incursione di Rabiot sulla fascia. Nonostante un match giocato sottotono, la Juve avrebbe nel recupero l'occasione per un miracoloso, e insperato, pareggio. Su un lancio, Ronaldo, in area, elude la marcatura di Zaidu con uno stop a seguire. Il difensore non riesce a fermare la corsa, incocciando la gamba d'appoggio dell'asso portoghese. Le vibranti proteste non condizionano l'arbitro che fischia la fine dell'incontro. I dubbi restano. Di certo la Juve dovrà cambiare pelle a Torino per cercare di agguantare i quarti.