Non è detto che vinca il più forte. Ma può succedere. Soprattutto se prende il comando della partita dal minuto 1 e tiene un possesso così continuo da avvilire un avversario bianco come uno straccio e, appunto, stracciato sul campo. Non da mai il senso di potersela giocare davvero nemmeno quando il gol arriva al termine di una azione bellissima e sicuramente provata nella settimana a tutta di Pierpaolo Bisoli. D'Alessandro sgrezza un pallone che l'arpione di Defrel trasforma per un momento nell'oppio del popolo del Manuzzi. Che ha già capito, però. Perchè Belardi mette pezze in continuazione ma poco più di 10 minuti sono sufficienti alle rondinelle per rimetterla su. Solito Belardi, poi piedino timido di Ceccarelli e dinamite di Budel che tira dentro tutto e insegna quale è la differenza tra chi la serie A l'ha fatta e chi avrebbe potuto farla. Prima dell'intervallo, sulla pennica post prandiale di Caldirola, Corvia costruisce con astuzia lo scontro con l'infuocato Comotto. E si chiude praticamente tutto sul rigore del sorpasso.
La ripresa è un trequarti d'ora di malinconia assoluta. Da fegato grosso per chi segue la squadra, da faccia rossa per chi l'ha fatta. Il Brescia potrebbe a ripetizione, ma galleggia e basta fino alla bastonata di Saba che strappa applausi bipartisan perchè ha il merito di accorciare l'agonia.
Roberto Chiesa
La ripresa è un trequarti d'ora di malinconia assoluta. Da fegato grosso per chi segue la squadra, da faccia rossa per chi l'ha fatta. Il Brescia potrebbe a ripetizione, ma galleggia e basta fino alla bastonata di Saba che strappa applausi bipartisan perchè ha il merito di accorciare l'agonia.
Roberto Chiesa
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