Per chi ha solo capelli neri in testa e il calcio è appeso alla parete rigorosamente in hd, magari Gianni Rivera sarà uno dei tanti bravi calciosauri del passato. Chi non lo ha visto “golden boy” o “Abatino” descritto per sempre da Gianni Brera ha bisogno di un po’ di numeri spiccioli. Tre Campionati e quattro Coppe Italia, due Coppe Campioni, due Coppa Coppe quando l’Europa era solo una questione di dribbling, una Intercontinentale, un Europeo con la Nazionale e un Pallone d’oro. Ma Gianni Rivera è molto di più di quel tanto che ha vinto, hanno appassionato le finte schermaglie con Brera che ne rilevava le evidenti lacune dinamiche, diventate poi carezze nella vecchiaia di una carriera costellata di molti 8 alla memoria. Gli va riconosciuta la coerenza di aver unito il suo destino al Milan: colto, educato, prima dirigente poi politico poi ancora dirigente. Spesso evocato come grande saggio per dirimere grandi contese, mai si è fatto tirare per la giacca. La fama di uomo sobrio non fa a pugni con l’ironia con la quale ha pure ballato con le stelle dimostrando di essere artista prima ancora che ex atleta.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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