Il caso era iniziato il 24 aprile scorso, quando il difensore della Virtus Mattia Dominici aveva fatto presente con una nota di un mancato pagamento di rimborsi spese, previsti nel contratto, da parte della società di Acquaviva, squadra per cui giocava dall'estate 2016. La Commissione Disciplinare della Federcalcio aveva accolto il deferimento e inflitto un mese di inibizione al presidente Giulianelli e l'ammenda di 200 euro alla società per responsabilità diretta. Pene ridotte rispetto a quanto richiesto dalla Procura. Di qui il ricorso, perché dopo il caso calcioscommesse, la società Virtus si sentiva sollevata dall'obbligo contrattuale.
Oggi una nota della Commissione d'Appello certifica l'accoglimento dello stesso a causa – si legge – del comportamento gravemente scorretto da parte di Dominici, squalificato per due anni e con 1.000 euro di ammenda, per la combine del match di Coppa Titano fra Virtus e San Giovanni, e relative scommesse, definito dalla Commissione d'Appello “il più vergognoso degli illeciti sportivi”. Motivo per cui, per questioni di etica sportiva, è stato ritenuto che la Virtus – che con il rifiuto di rimborsare Dominici ha esplicitamente manifestato una presa di posizione contro l'illecito - non debba pagare chi ha danneggiato la sua società e l'intero movimento sportivo sammarinese.
fm
Oggi una nota della Commissione d'Appello certifica l'accoglimento dello stesso a causa – si legge – del comportamento gravemente scorretto da parte di Dominici, squalificato per due anni e con 1.000 euro di ammenda, per la combine del match di Coppa Titano fra Virtus e San Giovanni, e relative scommesse, definito dalla Commissione d'Appello “il più vergognoso degli illeciti sportivi”. Motivo per cui, per questioni di etica sportiva, è stato ritenuto che la Virtus – che con il rifiuto di rimborsare Dominici ha esplicitamente manifestato una presa di posizione contro l'illecito - non debba pagare chi ha danneggiato la sua società e l'intero movimento sportivo sammarinese.
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