Passato l'anno di rodaggio, Alex De Angelis è pronto per dimostrare alla Superbike di che pasta è fatto. Il suo esordio con le derivate di serie ha detto 13° posto con 96 punti, 54 in meno del compagno alla IodaRacing Savadori. Un ruolino amaro pesantemente condizionato dai postumi dell'incidente giapponese del 2015, che l'hanno tormentato per tutta la stagione impedendogli di rendere al 100%. Non a caso, l'unico squillo degno di nota è arrivato in Germania, col secondo posto in una Gara2 battuta dalla pioggia.
Questo perché sul bagnato più che la condizione fisica conta il manico e quello Alex l'ha sempre avuto. Lo sa bene Lucio Pedercini, team manager dell'omonima squadra satellite della Kawasaki che a dicembre l'ha messo sotto contratto. Alex cercava un team competitivo, Pedercini voleva un pilota all'altezza di una buona moto che nel 2016 ha dovuto alternare – per vicessitudini varie – ben sei piloti, mettendoli sempre nelle condizioni di far bene. I due si sono osservati per tutta la stagione e si sono piaciuti: inevitabile il matrimonio, col “sì” arrivato dopo un incontro all'uscita dell'autostrada.
De Angelis arriva in una squadra che ha poco da invidiare a quella ufficiale di Tom Sykes e del due volte di fila campione iridato Jonathan Rea. Rispetto all'anno scorso conosce la categoria, si è preparato non dal fisioterapista ma in pista e avrà a disposizione tre test in più: le premesse, dunque, sono buone, e l'obiettivo, parole sue, è quello di stare il più possibile tra i primi 10.
Alla presentazione veronese ha finalmente conosciuto team e moto, ora non resta che approfondire il rapporto nei prossimi test, il primo dei quali fissato tra qualche giorno ad Almeria. E poi via con l'Australia e la sua amata Phillip Island, dove il 26 febbraio partirà il Mondiale. Che quest'anno vedrà i primi 9 di Gara1 ribaltarsi per la griglia di partenza in Gara 2, che per un team come quello di De Angelis è un'ottima cosa.
RM
Questo perché sul bagnato più che la condizione fisica conta il manico e quello Alex l'ha sempre avuto. Lo sa bene Lucio Pedercini, team manager dell'omonima squadra satellite della Kawasaki che a dicembre l'ha messo sotto contratto. Alex cercava un team competitivo, Pedercini voleva un pilota all'altezza di una buona moto che nel 2016 ha dovuto alternare – per vicessitudini varie – ben sei piloti, mettendoli sempre nelle condizioni di far bene. I due si sono osservati per tutta la stagione e si sono piaciuti: inevitabile il matrimonio, col “sì” arrivato dopo un incontro all'uscita dell'autostrada.
De Angelis arriva in una squadra che ha poco da invidiare a quella ufficiale di Tom Sykes e del due volte di fila campione iridato Jonathan Rea. Rispetto all'anno scorso conosce la categoria, si è preparato non dal fisioterapista ma in pista e avrà a disposizione tre test in più: le premesse, dunque, sono buone, e l'obiettivo, parole sue, è quello di stare il più possibile tra i primi 10.
Alla presentazione veronese ha finalmente conosciuto team e moto, ora non resta che approfondire il rapporto nei prossimi test, il primo dei quali fissato tra qualche giorno ad Almeria. E poi via con l'Australia e la sua amata Phillip Island, dove il 26 febbraio partirà il Mondiale. Che quest'anno vedrà i primi 9 di Gara1 ribaltarsi per la griglia di partenza in Gara 2, che per un team come quello di De Angelis è un'ottima cosa.
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