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Cracovia apre tra storia e voglia di pace

di Roberto Chiesa
22 giu 2023

A un anno da Parigi, a un'ora dalla guerra, l'Europa si aggrappa allo sport. E Cracovia apparecchia per la terza edizione di questi Giochi che distribuiscono in ordine sparso medaglie, Carte Olimpiche, e messaggi in bottiglia affinché tacciano le armi. La voce non è forte, come quella di chi canta durante l'apertura, ma almeno è una e mette insieme 48 Paesi più una selezione di rifugiati che sono della partita sotto la bandiera del CIO, in questo caso grande mamma, ruolo per il quale l'Europa studia ancora. Manca un po' di leggerezza alla serata e forse anche un po' di allegria, ma a conti fatti il momento non stimola la voglia di ridere. C'è tutto quello che serve, per emozionarsi ed emozionare. C'è l'omaggio alla storia polacca da Chopin a Copernico, fino a Wojtyla perché qui morto un papa non ne hanno fatto un altro. Ci sono le stelle delle sport di casa all time, c'è il richiamo all'orgoglio nazionale e anche il Presidente Duda che qualche fischio se lo prende. Ma soprattutto ci sono gli atleti e c'è quella bandiera che portano orgogliosi Alessandra Perilli e il debuttante Mattias Mongiusti. Sfilano sotto la tribuna autorità con Segretario Lonfernini e i vertici del Cons a scortarli dall'alto. Lo sport è campioni e aspiranti che si danno la mano e sognano le stesse cose. Sfilano in rigoroso ordine alfabetico tra Romania e Serbia in una parata aperta dalla Grecia in omaggio a dove tutto cominciò e chiusa dalla oceanica delegazione della Polonia paese ospitante. L'Italia è al suo posto dietro al vessillo sorretto da Odette Giuffrida e Mauro Nespoli. Il resto è musica, balli composti, e propositi. Si comincia e chissà quando l'Europa guarirà dalla ferita che sanguina da dentro, chissà quando l'unico sparo ammesso sarà solo quello dello starter.





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