In occasione del 1° maggio, festa dei lavoratori, S.E. Mons. Andrea Turazzi celebrerà un S. Messa per il mondo del lavoro alle ore 11.00 presso la Chiesa parrocchiale di Falciano. Sono invitati lavoratori, imprenditori, istituzioni, sindacati e associazioni di categoria.
La festa liturgica di San Giuseppe lavoratore richiama la prospettiva religiosa della giornata e la dimensione spirituale del lavoro. Quest’anno in particolare la festa assume un maggior rilievo in quanto si colloca nel cammino di preparazione alla Settimana Sociale dei cattolici italiani, centrata proprio sul tema del lavoro, che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre.
I vescovi italiani nel loro messaggio per il 1° maggio invitano a riconoscere che solo la centralità del lavoro può generare un valore economico realmente propulsivo per l’intera comunità. Per questo richiamano con forza due aspetti del lavoro strettamente intrecciati: la giustizia e il senso del lavoro. La giustizia richiede che siano combattute la “svalorizzazione” del lavoro per la “finanziarizzazione” dell’economia e le situazioni di sfruttamento e di sperequazione retributiva. Cogliere il vero senso del lavoro richiede di riconoscere che il lavoro è “espressione della creatività che rende l’essere umano simile al suo Creatore. Secondo la tradizione cristiana, il lavoro è sempre associato al senso della vita e come tale esso non può mai essere ridotto a occupazione”.
Per un contributo concreto nel porre al primo posto il lavoro, la prossima Settimana Sociale avrà per tema “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo partecipativo solidale”, ispirato alle parole di Papa Francesco.
Il lavoro deve essere libero e creativo, in quanto espressione della dignità dell’uomo, immagine del Creatore, chiamato a proseguirne l’opera con la sua libertà e con la sua creatività, intesa come l’originale capacità di trarre da sé e dalle persone che lavorano insieme il bene posto nel cuore di ciascuno.
Il lavoro è partecipativo, perché l’uomo è chiamato a esprimersi nel lavoro secondo una logica relazionale, vedendo sempre nel fine del lavoro il volto dell’altro e la collaborazione responsabile con altre persone per la creazione di un benessere condiviso.
Il lavoro è solidale, perché è necessario avere lo sguardo aperto verso chi non ha il lavoro: a questi è dovuta in primo luogo la vicinanza e solidarietà, ma è necessario anche individuare soluzioni ed opportunità di lavoro per tutti.
comunicato stampa
Commissione per la Pastorale Sociale e del Lavoro
Diocesi di San Marino - Montefeltro
La festa liturgica di San Giuseppe lavoratore richiama la prospettiva religiosa della giornata e la dimensione spirituale del lavoro. Quest’anno in particolare la festa assume un maggior rilievo in quanto si colloca nel cammino di preparazione alla Settimana Sociale dei cattolici italiani, centrata proprio sul tema del lavoro, che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre.
I vescovi italiani nel loro messaggio per il 1° maggio invitano a riconoscere che solo la centralità del lavoro può generare un valore economico realmente propulsivo per l’intera comunità. Per questo richiamano con forza due aspetti del lavoro strettamente intrecciati: la giustizia e il senso del lavoro. La giustizia richiede che siano combattute la “svalorizzazione” del lavoro per la “finanziarizzazione” dell’economia e le situazioni di sfruttamento e di sperequazione retributiva. Cogliere il vero senso del lavoro richiede di riconoscere che il lavoro è “espressione della creatività che rende l’essere umano simile al suo Creatore. Secondo la tradizione cristiana, il lavoro è sempre associato al senso della vita e come tale esso non può mai essere ridotto a occupazione”.
Per un contributo concreto nel porre al primo posto il lavoro, la prossima Settimana Sociale avrà per tema “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo partecipativo solidale”, ispirato alle parole di Papa Francesco.
Il lavoro deve essere libero e creativo, in quanto espressione della dignità dell’uomo, immagine del Creatore, chiamato a proseguirne l’opera con la sua libertà e con la sua creatività, intesa come l’originale capacità di trarre da sé e dalle persone che lavorano insieme il bene posto nel cuore di ciascuno.
Il lavoro è partecipativo, perché l’uomo è chiamato a esprimersi nel lavoro secondo una logica relazionale, vedendo sempre nel fine del lavoro il volto dell’altro e la collaborazione responsabile con altre persone per la creazione di un benessere condiviso.
Il lavoro è solidale, perché è necessario avere lo sguardo aperto verso chi non ha il lavoro: a questi è dovuta in primo luogo la vicinanza e solidarietà, ma è necessario anche individuare soluzioni ed opportunità di lavoro per tutti.
comunicato stampa
Commissione per la Pastorale Sociale e del Lavoro
Diocesi di San Marino - Montefeltro
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