Se non puoi saltare l'ostacolo, aggiralo.
Nel caso delle telecomunicazioni l'ostacolo è la trasparenza e quando le regole della pubblica amministrazione su concorsi e bandi si scontrano con la volontà di tenere opachi certi percorsi, come si aggira l'ostacolo?
Ad esempio, creando un ente pubblico come la Public Netco sulle telecomunicazioni che non deve sottostare alle leggi della PA, per il quale non è prevista la divulgazione dei verbali, ma che dovrebbe almeno pubblicare le deliberazioni. E invece no: siccome il sito internet ancora non c'è anche le deliberazioni non sono disponibili.
Il tempo di fare il sito internet non c'è, però c'è il tempo di fare una delibera in cui si spendono 600.000 euro. Delibera che solleva numerosi rilievi da parte della Commissione di Controllo per la Finanza Pubblica, quali:
-l'assenza di ogni riferimento utile a verificare il rispetto della normativa contabile;
-la non contezza della modalità e della coerenza dell'uscita delle risorse AASS, visto che le informazioni sono incomplete e che una Delibera dell'AASS (la n.169 del 18/12/2018) è stata sottratta al controllo di legittimità di spesa;
-la spesa non risulta nella programmazione.
Non solo vengono elencate tutte le difficoltà nel controllo della legittimità di spesa – stiamo parlando di 600.000 euro - ma viene fatto emergere come “l'accordo commerciale conferisca uno stato di privilegio al partner individuato (cioè la ZTE, ndr) e che al contempo diventi trainante ed in posizione di dominanza interna”. A nostro avviso si sta parlando chiaramente della creazione, per il settore delle telecomunicazioni, di un monopolio interno al territorio.
E la Public Net.co è il cavallo di troia che lo sta facendo entrare.
Se si aggiunge che, oltre che sui processi le opacità avvolgono anche le nomine (come quella del consulente Jaume Salvat Font) e le trattative con ZTE, i nostri dubbi circa un utilizzo improprio degli Enti partecipati dallo Stato si fanno sempre più consistenti.
Di certo non ci fermeremo qui: il progetto sulle telecomunicazioni è troppo strategico e troppo importante per rischiare che sia ancora oggetto di speculazioni.
CS Movimento RETE e Movimento Democratico San Marino Insieme
Nel caso delle telecomunicazioni l'ostacolo è la trasparenza e quando le regole della pubblica amministrazione su concorsi e bandi si scontrano con la volontà di tenere opachi certi percorsi, come si aggira l'ostacolo?
Ad esempio, creando un ente pubblico come la Public Netco sulle telecomunicazioni che non deve sottostare alle leggi della PA, per il quale non è prevista la divulgazione dei verbali, ma che dovrebbe almeno pubblicare le deliberazioni. E invece no: siccome il sito internet ancora non c'è anche le deliberazioni non sono disponibili.
Il tempo di fare il sito internet non c'è, però c'è il tempo di fare una delibera in cui si spendono 600.000 euro. Delibera che solleva numerosi rilievi da parte della Commissione di Controllo per la Finanza Pubblica, quali:
-l'assenza di ogni riferimento utile a verificare il rispetto della normativa contabile;
-la non contezza della modalità e della coerenza dell'uscita delle risorse AASS, visto che le informazioni sono incomplete e che una Delibera dell'AASS (la n.169 del 18/12/2018) è stata sottratta al controllo di legittimità di spesa;
-la spesa non risulta nella programmazione.
Non solo vengono elencate tutte le difficoltà nel controllo della legittimità di spesa – stiamo parlando di 600.000 euro - ma viene fatto emergere come “l'accordo commerciale conferisca uno stato di privilegio al partner individuato (cioè la ZTE, ndr) e che al contempo diventi trainante ed in posizione di dominanza interna”. A nostro avviso si sta parlando chiaramente della creazione, per il settore delle telecomunicazioni, di un monopolio interno al territorio.
E la Public Net.co è il cavallo di troia che lo sta facendo entrare.
Se si aggiunge che, oltre che sui processi le opacità avvolgono anche le nomine (come quella del consulente Jaume Salvat Font) e le trattative con ZTE, i nostri dubbi circa un utilizzo improprio degli Enti partecipati dallo Stato si fanno sempre più consistenti.
Di certo non ci fermeremo qui: il progetto sulle telecomunicazioni è troppo strategico e troppo importante per rischiare che sia ancora oggetto di speculazioni.
CS Movimento RETE e Movimento Democratico San Marino Insieme
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