Bologna – stazione centrale. Una valigia è abbandonata nella sala d’aspetto di seconda classe. L’ordigno esplode: 85 morti e 200 feriti. Anche Pietro Galassi era sulle pensiline, anche un sammarinese sotto le macerie di una delle stragi più controverse. Ancora, dopo 30 anni, l’orologio del terrore si è fermato, alle 10 e 25. La giustizia emise ordini di cattura per 28 militanti dell’estrema destra. Solo dopo 15 anni una sentenza definitiva: ergastolo a Valerio Fioravanti, come esecutore materiale della strage, insieme a Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Tre neofascisti che continuano a negare il coinvolgimento. Per alcuni, un caso ancora aperto, dopo che il dossier Mitrokin ha dato il via all’inchiesta sul terrorista Carlos. E’ il presidente Napolitano oggi a chiedere di “indagare sulle complicità”. Bologna ricorda. Giunte da tutta Italia le staffette “Per non dimenticare”: anche da San Marino gli atleti del gruppo podistico hanno portato la fiaccola al confine. Il presidente dell’Associazione vittime della strage, Paolo Bolognesi, torna a chiedere che cada il segreto di stato e nota l’assenza del governo, per la prima volta in 30 anni. Insieme al ricordo, la polemica: il segretario PD Bersani invita il Governo ad “ascoltare anche le proteste”. Per Giovanardi, “dalla piazza troppo odio e livore”. Fini dice: “Il ricordo riaffermi libertà e legalità”.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
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