Una folla enorme, anche quest'anno, ha presenziato alla commemorazione - al cimitero di Potocari, alle porte di Srebrenica - delle oltre ottomila vittime del più grande massacro compiuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel 24esimo anniversario, di quello che la giustizia internazionale ha definito un genocidio - compiuto dalle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic -, sono stati sepolti i resti di 33 vittime, identificate negli ultimi mesi. A San Marino quella tragedia ebbe un impatto forte. Una sorta di avanguardia di solidarietà, allora, la risposta della gente della Repubblica, e in particolare del Castello di Chiesanuova. Qui, infatti, pochi anni dopo, vennero ospitati i lavori di artisti bosniaci oggi conosciuti in tutto il Mondo; come Seila Kameric, che chiuse il confine tra l'Italia e il Titano, per stigmatizzare l'isolamento del suo Paese. Nel 2010 l'affissione di una targa, a memoria dell'eccidio. Apposti, anche quest'anno, 3 ramoscelli d'ulivo, che simboleggiano la pace ritrovata tra le popolazioni della Bosnia.
Nel servizio le interviste a:
Marino Rosti – Capitano di Castello Chiesanuova
Michele Chiaruzzi – Ambasciatore di San Marino in Bosnia-Erzegovina