Volti lontani, pochi i testimoni. La resistenza oggi è storia, ma ancora fondamentalismo, intolleranza e discriminazione sono vicini e ci dicono che ha ancora un senso riaprire il libro della storia, quella più vicina al nostro territorio, dove la Resistenza assunse un carattere unico: solo qui la Resistenza davvero divenne guerra di massa, di partecipazione di tutto il popolo: non solo partigiani contro tedeschi, ma anche operai e studenti, contadini e preti. Diversa la geografia: qui la lotta si trasferì dalla montagna alla pianura e alla campagna. I combattenti e la popolazione si unirono e le ragioni dell’antifascismo si intrecciarono con le istanze sociali e politiche di mezzadri e braccianti. Contro il regime, ma anche contro la proprietà terriera.
Poi, una Resistenza diversa, che agiva parallela a quella ufficiale, passata alla storia. La Resistenza delle donne, vere protagoniste del movimento clandestino e proprio per le caratteristiche socioeconomiche del nostro territorio. La famiglia contadina era retta dalla donna, dall’azdora, madre e moglie, che ospita riunioni nella sua casa e nasconde ricercati nei conventi; donna staffetta; donna come Iris Versari, forlivese, che appena ventenne sacrifica la sua vita per non rallentare la fuga dei compagni.
Poi, una Resistenza diversa, che agiva parallela a quella ufficiale, passata alla storia. La Resistenza delle donne, vere protagoniste del movimento clandestino e proprio per le caratteristiche socioeconomiche del nostro territorio. La famiglia contadina era retta dalla donna, dall’azdora, madre e moglie, che ospita riunioni nella sua casa e nasconde ricercati nei conventi; donna staffetta; donna come Iris Versari, forlivese, che appena ventenne sacrifica la sua vita per non rallentare la fuga dei compagni.
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