Oggi è la giornata internazionale della donna, celebrazione nata oltre un secolo fa con l'obiettivo di ricordare sia i progressi in campo sociale, politico ed economico, sia le violenze e le discriminazioni che tante, troppe, donne subiscono ancora oggi.
In Malawi, piccolo stato dell'Africa australe, le donne affrontano ogni giorno sfide tremende. Le donne sono il principale motore sociale del Malawi. Si dividono tra il lavoro nei campi e le faccende domestiche, cercano di garantire almeno un pasto quotidiano ai propri figli e fanno decine di chilometri a piedi, sotto il sole cocente, per cercare di vedere i prodotti che il lavoro della terra gli ha dato.
Molte di loro sono vittime di una delle più grandi piaghe del 21° secolo: l'AIDS.
Circa il 15% delle donne incinta è sieropositivo e la maternità è la prima causa di contagio per i bambini, costituendo il 30% di tutti i nuovi casi di HIV nel paese.
Il governo da qualche anno garantisce i farmaci antiretrovirali in forma gratuita, ma il lavoro da fare, soprattutto di prevenzione, rimane ancora tanto.
Se la situazione delle donne in Malawi è difficile in condizioni normali, si capisce che il tutto si complica quando si analizza la condizione femminile nelle carceri.
Il carcere di massima sicurezza di Zomba accoglie 30 donne, 9 delle quali sono in carcere da mesi senza però aver mai preso parte a un processo che le giudicasse colpevoli del presunto reato commesso.
Molte di loro sono madri e vivono in minuscole celle con i loro piccoli.
L'alimentazione è scarsa, soprattutto per le donne che allattano, e le condizioni di vita sono davvero difficili.
Insomma, in Malawi, il cuore caldo dell'Africa, le donne pagano a caro prezzo le difficoltà quotidiane.
Purtroppo, come ha detto René Philombe, scrittore camerunese, ancora oggi, troppo spesso, la donna in Malawi non è altro che uno «strumento di piacere e strumento agricolo».
In Malawi, piccolo stato dell'Africa australe, le donne affrontano ogni giorno sfide tremende. Le donne sono il principale motore sociale del Malawi. Si dividono tra il lavoro nei campi e le faccende domestiche, cercano di garantire almeno un pasto quotidiano ai propri figli e fanno decine di chilometri a piedi, sotto il sole cocente, per cercare di vedere i prodotti che il lavoro della terra gli ha dato.
Molte di loro sono vittime di una delle più grandi piaghe del 21° secolo: l'AIDS.
Circa il 15% delle donne incinta è sieropositivo e la maternità è la prima causa di contagio per i bambini, costituendo il 30% di tutti i nuovi casi di HIV nel paese.
Il governo da qualche anno garantisce i farmaci antiretrovirali in forma gratuita, ma il lavoro da fare, soprattutto di prevenzione, rimane ancora tanto.
Se la situazione delle donne in Malawi è difficile in condizioni normali, si capisce che il tutto si complica quando si analizza la condizione femminile nelle carceri.
Il carcere di massima sicurezza di Zomba accoglie 30 donne, 9 delle quali sono in carcere da mesi senza però aver mai preso parte a un processo che le giudicasse colpevoli del presunto reato commesso.
Molte di loro sono madri e vivono in minuscole celle con i loro piccoli.
L'alimentazione è scarsa, soprattutto per le donne che allattano, e le condizioni di vita sono davvero difficili.
Insomma, in Malawi, il cuore caldo dell'Africa, le donne pagano a caro prezzo le difficoltà quotidiane.
Purtroppo, come ha detto René Philombe, scrittore camerunese, ancora oggi, troppo spesso, la donna in Malawi non è altro che uno «strumento di piacere e strumento agricolo».
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