Resta alto il numero di donne che si rivolge agli sportelli Dafne della provincia riminese. 264 nel 2011. Il che è indubbiamente un male ma il dato va letto anche in positivo: rispetto al passato c’è una maggiore consapevolezza del problema. Più denunce e più capacità di chiedere aiuto. In 168 sono state prese in carico dalla Rete e affiancate in un percorso di uscita dalla situazione di violenza. 96 hanno figli. La maggior parte, il 57,4% subiva molestie fisiche e psicologiche: Per 77, la sofferenza di essere sopraffatte da più forme di abuso: sessuale, economico, stalking, oltre che fisico e psicologico. Dati pressoché in linea con quelli del 2010. Ma un aspetto degenera. 37, pari al 22%. 14 hanno abortito: o a causa delle conseguenze del maltrattamento o per la volontà di rivedere il proprio progetto di vita. Nel 94% dei casi, la violenza esplode tra le mura domestiche. L’età media della donna che subisce le angherie del partner è di 37 anni; il livello di scolarità medio-alto a fronte di un reddito per lo più insufficiente o inesistente. La nazionalità prevalente è quella italiana, ma tanti i casi di albanesi, rumene e marocchine. Assoluta trasversalità sociale anche nel profilo medio dell’uomo violento. 45 anni, italiano, occupato. Sul Titano è il numero dei procedimenti penali aperti in Tribunale a dare il senso del fenomeno. 31 nel 2011, in particolare per minacce e lesioni personali. 18 i fascicoli pendenti, 11 quelli archiviati.
Nel video l’intervista a Maria Maffia Russo, responsabile Progetto Dafne.
Silvia Pelliccioni
Nel video l’intervista a Maria Maffia Russo, responsabile Progetto Dafne.
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