Un fiume arcobaleno di gente ieri, almeno centomila persone hanno partecipato alla XX edizione della Marcia della Pace Perugia-Assisi. E fra queste centomila c’eravamo anche noi sammarinesi a marciare contro le guerre di ogni genere e di ogni tempo.
Una marcia incentrata quest’anno sui giovani, sulla scuola e sul lavoro.
Cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale che sono stati ricordati con cento colpi alla partenza della marcia a Perugia, poi ripetuti a Santa Maria degli Angeli e ancora alla Rocca Maggiore di Assisi.
La sensazione era quella di essere dentro un cuore, cento battiti che rimbombavano prepotentemente, vibravano dentro il corpo come un mantra. Gli striscioni arcobaleno delle scuole ripetevano “Non rubateci il futuro. La Pace è un diritto!” e perché questo diritto venga salvaguardato è urgente rilanciare il progetto di un’altra Europa, un’Europa dei cittadini, inclusiva, solidale e non violenta.
Lungo il percorso per la prima volta ho visto anche tante persone, giovani e non, che chiedevano un aiuto perché senza lavoro non si campa…
C’erano anche gli operai dell’AST di Terni, dove rischiano il posto di lavoro in 500. Gli organizzatori della Tavola della Pace hanno sottolineato che “non c’è pace se non c’è lavoro e se non c’è il riconoscimento dei diritti fondamentali”.
Mai come in questa edizione si è evidenziato che la parola PACE non è uno slogan, ma un concetto concreto che va costruito e manutenzionato giorno per giorno da altre parole e fatti che sono: cultura del rispetto dell’altro, giustizia sociale, dignità del lavoro.
La Presidente della Camera Laura Boldrini si è unita alla manifestazione ed ha dichiarato che “la pace sociale si basa anche sul diritto al lavoro; bisogna prendere atto che le forme del lavoro stanno cambiando, ma non attraverso l’erosione dei diritti di chi ancora il lavoro ce l’ha. Togliere alle persone la facoltà di guadagnarsi da vivere significa umiliarle.”
Nonostante le difficoltà che l’Italia sta attraversando, il clima che si respirava ieri era quello di una grande festa, con tanta positività ed entusiasmo. Persone diverse, con culture e valori diversi, accomunate nella voglia di unire le voci, le preoccupazioni, le proposte, per dar impulso a un futuro con prospettive nuove e più aperte. Questo è il bello della Marcia della Pace, da voce al popolo, con tutta la potenzialità positiva di chi non si arrende e continua a impegnarsi e a costruire percorsi di pace umana e sociale.
Per chi non si arrende, per chi ci crede ancora, l’ appuntamento è fra due anni per la XXI Marcia della Pace.
Comunicato stampa Associazione “Mente Libera Liberamente”
Una marcia incentrata quest’anno sui giovani, sulla scuola e sul lavoro.
Cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale che sono stati ricordati con cento colpi alla partenza della marcia a Perugia, poi ripetuti a Santa Maria degli Angeli e ancora alla Rocca Maggiore di Assisi.
La sensazione era quella di essere dentro un cuore, cento battiti che rimbombavano prepotentemente, vibravano dentro il corpo come un mantra. Gli striscioni arcobaleno delle scuole ripetevano “Non rubateci il futuro. La Pace è un diritto!” e perché questo diritto venga salvaguardato è urgente rilanciare il progetto di un’altra Europa, un’Europa dei cittadini, inclusiva, solidale e non violenta.
Lungo il percorso per la prima volta ho visto anche tante persone, giovani e non, che chiedevano un aiuto perché senza lavoro non si campa…
C’erano anche gli operai dell’AST di Terni, dove rischiano il posto di lavoro in 500. Gli organizzatori della Tavola della Pace hanno sottolineato che “non c’è pace se non c’è lavoro e se non c’è il riconoscimento dei diritti fondamentali”.
Mai come in questa edizione si è evidenziato che la parola PACE non è uno slogan, ma un concetto concreto che va costruito e manutenzionato giorno per giorno da altre parole e fatti che sono: cultura del rispetto dell’altro, giustizia sociale, dignità del lavoro.
La Presidente della Camera Laura Boldrini si è unita alla manifestazione ed ha dichiarato che “la pace sociale si basa anche sul diritto al lavoro; bisogna prendere atto che le forme del lavoro stanno cambiando, ma non attraverso l’erosione dei diritti di chi ancora il lavoro ce l’ha. Togliere alle persone la facoltà di guadagnarsi da vivere significa umiliarle.”
Nonostante le difficoltà che l’Italia sta attraversando, il clima che si respirava ieri era quello di una grande festa, con tanta positività ed entusiasmo. Persone diverse, con culture e valori diversi, accomunate nella voglia di unire le voci, le preoccupazioni, le proposte, per dar impulso a un futuro con prospettive nuove e più aperte. Questo è il bello della Marcia della Pace, da voce al popolo, con tutta la potenzialità positiva di chi non si arrende e continua a impegnarsi e a costruire percorsi di pace umana e sociale.
Per chi non si arrende, per chi ci crede ancora, l’ appuntamento è fra due anni per la XXI Marcia della Pace.
Comunicato stampa Associazione “Mente Libera Liberamente”
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